Sono decisamente pessimi i recenti aggiornamenti riguardanti l’evoluzione proposta in merito all’insidiosa fase perturbata attesa nella prossima settimana. La depressione in approfondimento sul Mediterraneo Occidentale, generata dall’affondo di una saccatura nord-atlantica, potrebbe infatti faticare a spostarsi con una certa celerità verso levante, ostacolata nel suo movimento dal blocco anticiclonico proteso tra Balcani ed Europa Orientale. Il perno della depressione mediterranea potrebbe così rimanere posizionato appena ad ovest della nostra Penisola nel momento del massimo sviluppo, anche se è ancora troppo presto delinare il posizionamento e la traiettoria, con possibile isolamento in cut-off. Lungo il ramo ascendente della saccatura, a causa del flusso tiepido ed umido di provenienza meridionale, potrebbero comunque crearsi le condizioni maggiormente pericolose per piogge violente a carattere persistente e nubifragi, che andrebbero così ad investire pesantemente alcune zone d’Italia, a partire dalle regioni di Nord-Ovest e non solo.
D’altronde, non è affatto escluso che l’area ciclonica possa potenziarsi ulteriormente risucchiando correnti nord-africane in risalita verso l’Italia: il continuano flusso caldo da sud, data la situazione semi-bloccata, sarebbe un’ulteriore fonte d’energia tutt’altro che da trascurare, favorevole ad enfatizzare il maltempo. A tal proposito, la mappa sottostante ci mostra una stima della variazione termica al suolo per le ore centrali del 6 novembre rispetto al contesto attuale: balzano subito all’occhio le colorazioni calde che indicano la previsione di rialzi termici significativi un po’ ovunque lungo quasi tutto il territorio peninsulare, tranne che sull’estremo Nord-Ovest e sulla Sardegna. Tali aumenti termici, ancor più marcati sui Balcani dove ha fatto freddo in questi giorni, assumono maggiore significato se si considera che il 6 novembre, sulla base delle ultime indicazioni, potrebbe essere caratterizzato da piogge abbastanza diffuse. Maltempo che quindi potrebbe risultare molto più pericoloso proprio per i rifornimenti d’aria calda africana.