RECORD CHE CADONO COME BIRILLI La giornata di martedì ha visto il caldo tornare prepotentemente alla ribalta, in particolare sulle regioni di Nord-Ovest: laddove ha spirato il foehn, in discesa dalle Alpi, la temperatura è schizzata fino al limite dei 30 gradi, con nuovi record termici per ottobre sgretolati soprattutto in alcune città del Piemonte, fra cui la stessa Torino. Il campo anticiclonico, responsabile di quest’escalation termica, trae linfa vitale da apporti molto caldi di natura sub-tropicale in scorrimento alle quote superiori dell’atmosfera.
La bolla d’aria calda ha così invaso nelle ultime ore gran parte d’Italia, sotto l’ulteriore consolidamento della figura d’alta pressione. La presenza di un anticiclone così caldo in questo periodo non ha gli stessi riflessi che si hanno in piena estate, in quanto la radiazione solare ormai affievolita consente forti inversioni termiche nei bassi strati.* Lo schiacciamento verso il basso di quest’aria calda presente in quota, a contatto con la superficie del mare relativamente fresca,* ha così stimolato la formazione di banchi di nebbia e nubi basse sparse marittime, in particolare sul bacino ligure, i mari circostanti la Sardegna e, isolatamente, anche sul Tirreno: la nebbia d’avvezione ha sfondato anche sui settori costieri laziali, fino a giungere sull’aeroporto di Roma Fiumicino.
Alcune situazioni nebbiose si sono formate anche su talune aree interne, in particolare sulla Sardegna e sulla Toscana, assumendo connotati di persistenza sulla Val d’Arno. Niente nebbia per quel che riguarda la Val Padana, a causa dell’aria resa più asciutta dagli spifferi di foehn, ma solo nubi alte coreografiche per quel che riguarda i settori di Nord-Est. Siamo in presenza di una situazione analoga a quella delle ultime 24 ore, quindi è lecito attendersi che nelle ore più calde il termometro spicchi nuovamente il volo sfondando localmente la soglia dei 30 gradi.
Tuttavia, nella notte in pianura al Nord le temperature sono scese localmente anche su valori ben inferiori rispetto a quelli che si stanno registrando a circa 1500-2000 metri di quota, dove si risente molto più direttamente dell’eccezionale afflusso caldo in quota. Eloquente l’esempio di Torino, dove si sono avuti circa 10 gradi di minima, mentre in quota alla stazione Bric Croce e, ancora più in alto, su Monte Malanotte (cuneese) si è faticato a scendere sotto i 20 gradi.
L’eccessivo caldo fuori stagione in quota determina quindi la saturazione dell’aria intrappolata nei bassi strati, un fenomeno ben più frequente nel periodo primaverile, quando i primi respiri caldi anticiclonici devono fare i conti con il mare decisamente più fresco, come è naturale che sia nella fase post-invernale. Quest’ennesima anomalia dell’autunno si sta per chiudere, a causa del progressivo avvicinamento di un fronte d’aria fredda dall’Europa Nord-Orientale che costringerà il maestoso anticiclone caldo ad indietreggiare.