Era ritenuto ormai quasi ovvio che si dovesse attendere il prossimo autunno per ripianare il grave deficit pluviometrico accumulato nelle ultime settimane, in pratica dall’inizio della primavera. Invece è bastato che iniziasse giugno, e con esso anche l’estate meteorologica, per ritrovare la tanto attesa pioggia, quella che era mancata per ben 3 mesi, in un periodo in cui solitamente cade con molta generosità.
Le grandi piogge si sono accanite soprattutto sulle zone pedemontane del Piemonte, dove l’acqua è caduta giù incessante per oltre 24 ore, grazie all’effetto di sbarramento orografico indotto dalla catena alpina rispetto ad una circolazione di correnti orientali. La fascia pedemontana e valliva del torinese è quella che più ha beneficiato di così tanta acqua. Ecco i totali pluviometrici più eclatanti misurati negli ultimi 3 giorni: Bobbio Pellice 327 mm, Sauze di Cesana 204 mm, Pragelato 190 mm, Valprato Soana (TO) 179m Colleretto Castelnuovo (TO) e Corio 174 mm, Usseglio 173, Noasca 171 mm.
I fiumi hanno subito beneficiato di queste precipitazioni così abbondanti: un po’ ovunque, non solo sul Piemonte, si registra un evidente rialzo dell’altezza idrometrica dei corsi d’acqua, a partire dal grande Po, rispetto ai livelli di secca precedenti. Praticamente la situazione d’appena una settimana fa era così grave che la portata dei corsi d’acqua era su livelli ben più bassi di quelli che solitamente si riscontrano nel cuore dell’estate.
Il vortice instabile, responsabile di tanto maltempo, non ha ancora esaurito la sua foga, ma l’influenza perturbata si è decisamente smorzata. Resta l’instabilità, con rovesci e temporali diurni che interessano diverse zone del Piemonte, seppure un po’ a macchia di leopardo. Il trend instabile continuerà ancora a lungo, forse per almeno un’altra settimana: ci sono dunque tutte le condizioni per alleviare ulteriormente le mancate piogge primaverili e dare anche un po’ d’ossigeno ai ghiacciai alpini d’alta quota.