Nel 2014 alcune zone della Siberia iniziarono a registrare uno strano fenomeno: la comparsa di misteriosi crateri. Il più grande, sulla penisola di Yamal, ha raggiunto una larghezza di oltre 30 metri. Inizialmente si pensò all’impatto di meteoriti ma poi, anno dopo anno (sempre nel mese di febbraio) apparvero altre 20 nuove buche enormi la teoria del meteorite venne meno.
A quel punto è iniziata un’intensa attività di ricerca e nel marzo 2016 sembra che si sia prossimi alla risoluzione del mistero. Una recente ricerca conferma i risultati dello scorso anno: crateri sono stati creati dal rilascio di metano dal permafrost, con conseguente esplosione.
Alle maggiori profondità dei crateri gli studiosi hanno scoperto un elevatissimo livello di metano: il 9.6% in più rispetto alla media. Nel permafrost sono intrappolate grandi quantità di questo gas: il metano è stabile e congela a una temperatura predeterminata ma quando la superficie che lo contiene (in questo caso il permafrost) si scalda viene liberato dal ghiaccio e rilasciato. Spesso il processo è così rapido e violento che provoca un’esplosione. Secondo i ricercatori fenomeni sono indotti dai cambiamenti climatici e in particolare dall’aumento della temperatura globale.
Il fenomeno è pericoloso, perché può modificare in modo permanente il paesaggio della Siberia e persino dell’Artico. Se la temperatura continua ad aumentare, causando lo scongelamento del permafrost, si formeranno crateri sempre più grandi.