L’impronta perturbata appare evidente sul cuore dell’Europa, con un vortice ciclonico al momento collocato sulla Germania: il sistema perturbato è penetrato molto facilmente sul Continente, portando i maggiori effetti tra l’Inghilterra meridionale, la Francia centro-settentrionale, l’Olanda, il Belgio e la Germania. Nonostante la vivacità estrema del fronte penetrato sul Continente, con scenari termici localmente autunnali, l’anticiclone sul Mediterraneo sta opponendo una tenace resistenza, costringendo dunque la parte più attiva della perturbazione a scorrere oltralpe.
Il battagliero anticiclone tenderà a smorzare ulteriormente l’asse della saccatura in quota, al momento protesa sulla Francia, ancora colpita da frequenti temporali, specie sui settori nord-orientali. L’ondulazione ciclonica di passaggio sul Nord Italia sarà dunque poco marcata, letteralmente arginata e pertanto incapace di arrecare qualunque peggioramento significativo al di sotto della barriera montuosa, stante il flusso di correnti tese mediamente occidentali in quota al posto del Libeccio.
Il contrasto fra l’aria più fresca oceanica e quella più calda sub-tropicale stimoleranno comunque una crescente instabilità atmosferica, nel corso delle prossime ore, almeno lungo i settori alpini e prealpini, tanto che localmente si potranno avere fenomeni temporaleschi d’entità severa. Le zone alpine orientali (assieme a parte della Slovenia e all’Austria meridionale) dovrebbero essere quelle più esposte ai temporali forti seppure a carattere locale subito dopo metà giornata, con possibili sfondamenti dei fenomeni anche grandinigene in serata verso le zone di pianura più settentrionali tra Veneto e Friuli. Le perturbazioni (fronti freddi) sospinte da correnti da ovest o nord/ovest hanno maggior facilità di sfondare sul lato del Triveneto, in caso di una corrente a getto molto intensa, poiché la barriera alpina presenta da queste parti vette un po’ meno elevate.