La rinnovata fase anticiclonica di questa settimana, come abbiamo ribadito da diversi giorni, non coincideva con una ripresa generale della stabilità atmosferica. Ma vediamo cos’è accaduto nelle ultime ore: già nel pomeriggio-sera di ieri sbuffi d’aria fresca in quota, legati alle vicende perturbate delle depressioni in azione fra Scozia e Norvegia, si sono propagati alla Francia, generando un repentino incremento dell’attività temporalesca, dopo una giornata caldissima con punte di quasi 35 gradi.
Tra la notte e le luci mattutine dell’alba l’attività temporalesca si è in parte vivacizzata sulle nostre regioni di Nord-Ovest, con coinvolgimento da parte dei nuclei convettivi di qualche zona di pianura: non sono solo i sbuffi d’aria fresca in quota alla base di questi fenomeni, ma anche la conformazione orografica del nostro territorio che vede la Val Padana assumere il ruolo di “catino bollente”.
La calura viene rilasciata molto lentamente nelle ore notturne alimentando, in caso di indici d’instabilità favorevoli, la durata dei temporali non solo in pianura, ma anche in qualche area montuosa ove risalgono i contributi di calore dalle strette vallate alpine. Il progressivo aumento dell’umidità (in Val Padana valori igrometrici misurati nelle ultime ore tra il 60 ed il 90%), dovuto alla stagnazione dell’aria in regime di persistenza dell’anticiclone, ha fatto ulteriormente carburare questi episodi temporaleschi. Fra gli episodi piovosi più significativi, citiamo i 28,8 millimetri di Luserna San Giovanni ed i 25 mm a Coazze, entrambe zone delle valli del torinese.
Vediamo ora in breve cosa attenderci nelle prossime ore, in questo contesto un po’ instabile già di buon mattino. Naturalmente con la calura giornaliera dettata dal riscaldamento solare è lecito attendersi un incremento dell’attività temporalesca in particolare su molte aree alpine e prealpine, come possiamo apprezzare osservando la cartina in basso delle velocità verticali all’altezza isobarica di 700 hPa: i colori caldi (quelli soprattutto tendenti al rosso scuro) indicano i settori dove si avranno intensi moti ascensionali e quindi maggiore probabilità di sviluppo dei cumulonembi temporaleschi, laddove l’umidità elevata lo permette. Vanno poi considerate le correnti in quota che, per quanto deboli, sono in genere settentrionali e potrebbero pertanto incentivare lo spostamento di qualche nuovo nucleo temporalesco anche in Val Padana entro sera.