In linea con il progressivo riscaldamento invernale in atto negli ultimi vent’anni, notiamo la scomparsa di quelle configurazioni bariche in grado di apportare condizioni di forte freddo sul nostro Continente.
Tra queste, il “blockin scandinavo” è tra tutte la più rara, e lo è diventata ancora di più negli ultimi vent’anni.
Molto spesso le ondate di freddo in Italia, anche quelle più intense, sono state causate da espansioni in senso meridiano dell’Anticiclone delle Azzorre, che, estendendosi fino al Polo, ha causato improvvise discese di aria artica fin sul Mediterraneo Centrale (tipica l’ondata di freddo del 1985).
Altra configurazione accaduta più volte, è stata quella legata alle retrogressioni di aria fredda dalla Russia o dai Balcani verso l’Italia (come accaduto nel 1991 o nel 2001)
Più raramente è stato l’Anticiclone Russo a causare una possente irruzione di burano (come quella del Dicembre 1996).
Il blocco anticiclonico scandinavo è mancato del tutto negli ultimi vent’anni, ma, come detto, è stato raro anche negli inverni precedenti, più freddi di quelli attuali.
E così è anche difficile prevedere un’evoluzione delle masse d’aria freddissime ad esso associate.
E’ possibile comunque tracciare un andamento tipico di questo genere di irruzioni europee associate a tale pattern.
Normalmente, la presenza di un tale blocco anticiclonico, richiama masse d’aria freddissime provenienti direttamente dalla Siberia settentrionale, in direzione della Russia Europea, e della Scandinavia orientale.
Tale anticiclone tuttavia lascia aperta la strada all’Atlantico, in modo tale da stabilire un flusso occidentale dalla Spagna all’Italia, mentre contemporaneamente le masse fredde, in moto retrogrado, vanno ad interessare dapprima la Polonia, poi la Germania, i Paesi Bassi, ed infine l’Inghilterra.
Le zone di contrasto tra i due tipi d’aria differente, atlantico da una parte ed artico-siberiano dall’altra, sono sede di forti nevicate.
Dopo il passaggio di un’ultima depressione atlantica, allora il freddo viene richiamato sulla nostra Penisola giungendo dalla Francia, attraverso la Valle del Rodano.
Segue un periodo di breve riscaldamento, a volte grazie all’azione di una perturbazione da ovest, poi giunge una seconda ondata sulla nostra Penisola, questa volta di traiettoria nord orientale, giungendo dal Golfo di Trieste, e dalla porta della Bora.
E’ questo uno schema classico delle ondate di freddo europee seguito, ad esempio, nei mesi di Gennaio del 1979 e del 1987.
Se questo è lo schema “classico”, altra cosa sarà il comportamento di questa nuova ondata di gelo siberiano, che sembra giungere fino al Continente europeo.
Ogni ondata è differente dalla precedente, e non è detto che anche questa segua lo “schema classico” e venga poi a gettarsi sulla nostra Penisola.
In altre parole, non ci resta che osservare le proiezioni dei modelli matematici (alquanto ballerine, nei casi di questi pattern climatici), ed attendere la prossima settimana, per poter vedere quello che accadrà.