Mai come quest’anno settembre sta rispettando a grandi linee i canoni della normalità, quindi non è certo un compito agevole quello di mettere in evidenza talune particolarità che stanno caratterizzando ultimamente il contesto climatico in Italia e sull’Europa. Nella traccia di quella che è stata l’evoluzione dell’ultima settimana (periodo compreso fra il 12 ed il 18 settembre), emerge una maggiore difformità termica tra le zone occidentali e quelle orientali dell’Europa: la persistenza di una profonda depressione sulla Penisola Scandinava ha infatti favorito la spinta d’aria fresca verso le Isole Britanniche, la Francia e parte delle nazioni centrali fino a ridosso delle zone alpine, mentre viceversa masse d’aria più calda hanno investito le nazioni orientali del Continente, ma con anomalie limitate ed in genere comprese fra 1 e 3 gradi.
In merito alle nazioni centro-occidentali dell’Europa, la Penisola Iberica ha fatto eccezione con un trend termico nel complesso superiore alla norma: i valori termici estremi sono stati i più elevati, con picchi che hanno sfiorato i 40 gradi sul sud della Spagna il 14 settembre. Il divario con gli stati centro-settentrionali europei risulta molto ampio, considerando che in queste zone molto a stento si sono raggiunti localmente valori di temperature più alti di poco oltre i 20 gradi.
Il regime pluviometrico dell’ultima settimana è stato piuttosto irregolare, condizionato solo in alcune zone dal robusto contrasto fra masse d’aria di diversa origine. Fra le zone che hanno maggiormente risentito di scontri termici, tali da ingenerare condizioni di maltempo esplosivo e spesso localizzato, segnaliamo le aree a ridosso delle Alpi, in particolare fra l’Austria, la Slovenia ed il nord della Croazia: sul finire della settimana queste nazioni, a braccetto con parte del Nord Italia, hanno subito grosse precipitazioni, tanto da causare locali situazioni alluvionali.