Il maltempo degli ultimi giorni ha messo in ginocchio molte zone d’Italia come ben sappiamo per situazioni alluvionali e pesanti nubifragi, ma tutto il contesto ha assunto ancor più importanza per una particolare situazione sinottica che ha generato un sistema perturbato ciclonico dalle caratteristiche prettamente tropicali. Un fatto chiaramente assodato è che l’area di bassa pressione mediterranea in origine era un sistema dal cuore freddo (ciclone extratropicale, in evoluzione a cut-off) che è riuscito a tramutarsi in un sistema dal cuore caldo, acquisendo spiccate caratteristiche tropicali e finendo così per essere classificato come TLC (Tropical Like Cyclone).
La classificazione di “tropical storm” (venuta da un ente prestigioso come la NOAA) non è affatto inesatta e rispecchia comunque il fatto chiaramente verificato che tra la Corsica e le coste meridionali francesi si è avuto un autentico TLC. Per fare chiarezza ricordiamo che i TLC (Sistemi Perturbati simil-tropicali del Mediterraneo) si suddividono in queste tre categorie, esattamente come per i normali cicloni tropicali e seguono una scala di classificazione non dissimile da quella Saffir-Simpson che misura l’intensità degli uragani.
Il grado inferiore di queste tempeste è quello di “Mediterranean Tropical Depression”, se i venti non superano i 63 km/h, mentre in posizione intermedia abbiamo le “Mediterranean Tropical Storm”, quando i venti risulteranno comprese fra i 63 ed i 111 km/h. Questo tipo di tempeste non sono così infrequenti sul Mediterraneo e se ne possono avere in media circa un paio all’anno, mentre ben più rari risultano i cosiddetti Medicanes (per meglio dire Mediterranean Hurricanes): per parlare d’uragano mediterraneo ci si deve trovare in presenza di un vento superiore a 111 km/h.
A questo punto una domanda sorge spontanea: Rolf è rimasto al rango di “tropical storm” o si è spinto fino al livello di uragano? Anzitutto va detto che il parametro considerato in questi casi è quello che riguarda la velocità del vento medio sostenuto e non le raffiche massime di vento. Dalle coste francesi ci giungono dati estremamente interessanti: la zona più colpita dalla fortissima tempesta di vento è stata quella delle isole di Hyeres, poi la costa tra Frejus e Saint-Trophez. Va detto che ad un certo punto l’occhio del ciclone si è venuto a trovare vicinissimo alle isole di Hyeres. Ecco quindi alcuni dei dati dei venti sostenuti registrati in 10 minuti (tra parentesi la raffica massima): L’île du Levant 110km/h (149km/h), Cap Camarat 109km/h (135km/h), Porquerolles 104km/h (154km/h), Dramont 102km/h (148km/h).
Quali conclusioni possiamo trarre? Considerato i dati che si sono misurati sulle coste (dove comunque i venti possono risultate un po’ più intensi per l’interazione dell’orografia), siamo vicinissimi ai livelli di Uragano Mediterraneo (Medicanes) che richiederebbero velocità di vento medio sostenuto almeno superiori ai 111 km/h. Ovviamente in prossimità dell’occhio nessuno ha potuto misurare l’andamento del vento e nemmeno i valori di pressione minimi raggiunti. In virtù dei dati a nostra disposizione, si può parlare quindi con certezza di una forte “tropical storm mediterranea”, molto vicino allo standard di “uragano mediterraneo” (o Medicane).