Non è certo quel che si vorrebbe dall’Estate, che nel Mediterraneo è stata in passato docile e accondiscendente. Quando veniva l’Alta delle Azzorre magari faceva caldo, ma era un caldo sopportabile perché povero d’umidità. Quando invece arrivava l’Anticiclone africano, allora si boccheggiava, perché il caldo diventava afoso anche se poi durava soltanto qualche giorno. Negli anni 2000, invece, è successo spesso che l’africano si trattenesse più del dovuto e il 2003 fu quello che più di tutti ci fece gridare al mutamento climatico. Da allora, d’Estate, l’aria Sahariana ha scelto sovente i nostri lidi e le ondate di caldo non si risolvevano più nell’arco di qualche giorno. No, duravano. A lungo, magari una settimana, magari 10 giorni. E si ripetevano più delle solite 3-4 volte che per un’Estate Mediterranea avrebbero rappresentato la norma.
Sgombriamo però il campo da ogni dubbio. Se foste portati a paragonare la presente con la fatidica stagione 2003, sbagliereste. All’epoca iniziò a far caldo a fine Maggio e non smise sino a Settembre. Quest’anno ha iniziato a far così caldo da 2 settimane, anche se Giugno sappiamo aver chiuso con un’anomalia positiva di circa 1 grado. Ma quel che più si ricorderà di Giugno è senz’altro il fresco, o la pioggia. E ancora i temporali, i nubifragi, le trombe d’aria. Guardare al passato non è corretto, ma può servire per meglio sopportare quel che ci attende. O magari per sperare che la durata sia effimera. Avrete compreso che alle porte c’è un’altra ondata di caldo. Forte. Sarebbe forse più corretto dirvi che l’ondata di caldo prosegue e in questa settimana diverrà ancor più cattiva.
Vi spieghiamo le cause in parole semplici. Quell’area di Bassa Pressione che gravita tra l’Islanda e le Isole Britanniche non sta riuscendo a penetrare sul Mediterraneo, limitandosi a lambire appena il Nord Italia. Visto che la strada verso sudest è bloccata, avrà sfogo più a sud, verso la Penisola Iberica. Ciò non farà altro che gonfiare una bolla d’aria rovente che dal Sahara si dirigerà rapidamente a nord. L’Italia avrà la febbre, è proprio il caso di dirlo. L’ulteriore rialzo termico farà sì che il termometro raggiunga picchi notevoli, anche di 40 gradi nelle aree interne insulari, in Puglia e probabilmente nelle valli e pianure del medio alto versante Tirrenico. Le giornate più calde saranno quelle di venerdì, sabato e domenica.
Ove si soffrirà di più? Ancora una volta al Nord e nelle Centrali tirreniche. Il perché è chiaro. Oltre al caldo, forte, avremo alti tassi d’umidità. Condizioni d’afa che non agevoleranno anziani, bimbi, o chiunque soffra per patologie di tipo respiratorio. Sentirete parlare di allerta meteo, perché di questo si tratta. E nelle grandi città, nelle metropoli, gli inquinanti troposferici acuiranno ulteriormente il disagio. Giusto per darvi qualche dato, nei giorni suddetti la colonnina di mercurio potrebbe spingersi sui 37/38 gradi anche in Val Padana ed in particolare in Emilia Romagna, basso Veneto e bassa Lombardia. La ventilazione sarà debole, prevarranno i regimi di brezza. Soprattutto nelle coste. I temporali? Beh, la stabilità sarà così forte che saranno limitati a qualche timida comparsa elusivamente su qualche area circoscritta delle Alpi.
Abbiam scelto d’addentrarci subito nella previsione a medio termine perché il breve ha meno spunti d’interesse. Tra domani e dopo avremo altri temporali sulle Alpi, non solo. Martedì, verso sera, qualche acquazzone riuscirà a spingersi in qualche tratto pianeggiante tra Piemonte, Lombardia e Veneto. Ma già mercoledì gli episodi instabili verranno confinati sui rilievi e non avranno più la spinta necessaria per discendere verso valle. I temporali che oggi interesseranno diverse zone dell’Appennino spariranno, non del tutto domani, totalmente giovedì. Anche se comunque è probabile che si possa osservare una cumulogenesi residua favorita dal forte riscaldamento. Soprattutto al Sud.