La paura delle piogge:
un tempo, quando l’Autunno prendeva possesso del Mediterraneo, le piogge non rappresentavano un pericolo. Venivano accolte con entusiasmo, perché capaci di ripristinare le risorse idriche dopo la siccità estiva mediterranea. Nell’ultimo decennio, invece, un indiscutibile cambio circolatorio ha fatto sì che le incursioni perturbate divenissero preoccupanti. Gli episodi alluvionali, al di là dell’incuria umana, si sono moltiplicati. Ed ora, quando si sente parlare di piogge, le attendiamo con timore e speranza. Timore che non vadano a causare danni, speranza che di distribuiscano con raziocinio senza far sfracelli.
Il rischio alluvione:
c’è, inutile negarlo. Il compito di emettere allerte è delle autorità competenti, il nostro è quello di fornire gli strumenti adatti a prevedere determinati eventi. Ed allora possiamo asserire che su alcune zone del Nordovest – Liguria e Piemonte su tutte – le piogge risulteranno fin troppo intense e persistenti. E cresce la preoccupazione per le aree recentemente alluvionate, ove le operazioni di ripristino del territorio necessitano di tempi ben più lunghi.
I perché del pericolo:
verrà a crearsi una delle peggiori configurazioni bariche: un’ampia saccatura Atlantica costretta allo stazionamento sull’Europa occidentale da un persistente blocco anticiclonico posizionato sulla parte orientale del Continente. Il flusso di correnti caldo umide, in seno alla circolazione ciclonica, insisterà più giorni nelle stesse zone e le esporrà a precipitazioni di forte intensità.
Quando ne usciremo?:
Nel momento in cui l’area ciclonica riuscirà ad aprirsi un varco nel Mediterraneo. Accadrà quando l’azione erosiva sarà tale da costringere l’Alta Pressione a spostarsi verso est. Indicativamente dovrebbe accadere agli esordi della nuova settimana.
Le ipotesi evolutive successive:
al momento riscontriamo una certa discordanza tra i più autorevoli Modelli. L’Americano GFS, negli ultimi run, propende per una prosecuzione della circolazione atlantica che riuscirebbe ad inserire altri fronti alle nostre latitudini. Il Centro di Calcolo Europeo ECMWF, invece, ripropone un connubio tra l’Alta Pressione Russo-Scandinava e l’Anticiclone delle Azzorre. Se così fosse si richiuderebbe la porta Atlantica e sulle nostre regioni tornerebbe il bel tempo.
Focus: evoluzione sino al 15 novembre 2011
Trascorso il Ponte di Ognissanti, ci si prepara ad affrontare la ben nota ondata di maltempo. Confermiamo un maggiore coinvolgimento delle regioni Settentrionali, in particolare il Nordovest e la fascia Prealpina. Le piogge dovrebbero riuscire a sfondare sulle Centrali e in Sardegna, mentre nel Mezzogiorno arriverebbero in un secondo momento. Sembra infatti che la prossima settimana la struttura ciclonica sia in grado di inserirsi sui nostri mari, per poi perdere vigore nel tentativo di forzare la resistenza anticiclonica.
Il maltempo dovrebbe placarsi in maniera graduale, tuttavia non è escluso che altri impulsi atlantici riescano a introdursi alle nostre latitudini mantenendo in piedi un regime di variabilità o instabilità. C’è anche la possibilità che su parte della Penisola riprenda vigore l’Alta Pressione continentale, favorendo un miglioramento ben più consistente.
Evoluzione sino al 20 novembre 2011
Per comprendere come sarà il tempo dopo metà mese, dovremo necessariamente attendere la conclusione dell’imminente peggioramento. Come detto, le ipotesi plausibili indicano o la prosecuzione dell’afflusso delle perturbazioni atlantiche o il ritorno di un periodo di stabilità.
In conclusione.
Con novembre si chiuderà l’Autunno meteorologico, gioco forza la speranza è che si possa rientrare nei canoni della normalità stagionale. Al momento, però, più che una possibilità appare come una chimera.