Piccola tregua:
col mese di ottobre è terminata una fase di vigoroso maltempo, contrassegnato prima dall’arrivo del freddo e in seguito dal passaggio di una perturbazione – la settima – che ha causato piogge molto forti su molte regioni d’Italia. A seguito del suo allontanamento si è instaurato un regime circolatorio chiaramente atlantico, che sospinge correnti temperate da ovest e che facilita un repentino rialzo delle temperature. Siamo dinanzi ad un regime di variabilità, tipico del periodo.
La prima perturbazione di novembre:
in seno alle correnti occidentali giungerà un sistema perturbato piuttosto vivace, che apporterà condizioni di maltempo soprattutto nelle regioni settentrionali. E’ giusto aprire una piccola parentesi, che ci servirà per spiegare la differenza tra la prossima e le precedenti perturbazioni. Anche se in alcune regioni ci aspettiamo effetti precipitativi importanti, stavolta non dovrebbe formarsi alcun minimo ciclonico. L’assalto si risolverà in un passaggio frontale, che dopo aver investito il settentrione si estenderà parzialmente agli altri settori del paese.
Un po’ di freddo:
nel corso degli editoriali passati abbiamo discusso sull’eventuale ritorno dell’Artico. Abbiamo vagliato le varie ipotesi, sottolineando il fatto che probabilmente non si sarebbe trattato di un’incursione ficcante come la precedente. Alla luce degli ultimi aggiornamenti, siamo in grado di confermare un afflusso d’aria fredda a metà della prossima settimana. E’ probabile un ingresso dalla porta della Bora, il ché vuol dire che la contrazione termica sarà più pronunciata nelle regioni adriatiche. Ciò non toglie che le temperature caleranno anche altrove, ma in termini di precipitazioni ci aspettiamo un coinvolgimento della parte orientale e meridionale della Penisola.
L’Alta delle Azzorre:
ci apprestiamo ad affrontare un altro argomento, ovvero il ruolo dell’Anticiclone Atlantico. Crediamo sia importante citarlo perché il raffreddamento avverrà a seguito di un’altra pulsazione dinamica verso la Gronelandia. Non solo. Il blocco anticiclonico sarebbe in grado di reggere perché non disturbato dall’attività ciclonica Canadese. Si aprirebbe la strada ad una corposa irruzione Artica, la seconda dell’autunno, che andrebbe ad investire una buona fetta del Continente Europeo.
E l’Italia?:
Cominciamo col dire che la discesa della saccatura Artica è condivisa dai più autorevoli modelli. Diversa, e non potrebbe essere altrimenti, la sua collocazione. C’è chi propende per uno sbilanciamento verso ovest, il ché esporrebbe l’Italia alle più miti correnti meridionali. Qualora si avverasse questa ipotesi, le regioni settentrionali e il versante tirrenico risulterebbero investite da piogge di una certa imponenza. C’è chi opta per una collocazione più centrale, che andrebbe ad esporre le nostre regioni ad un peggioramento di chiaro stampo invernale. Il nord in particolare potrebbe registrare le prime nevicate a bassissima quota, addirittura anche in pianura.
L’affidabilità:
teniamo a precisare che la seconda ipotesi, al momento, è minoritaria. Crediamo che possa prevalere la prima, che potrebbe modificarsi strada facendo esponendo anche l’Italia ad un afflusso d’aria più fredda. Il tutto avverrebbe attorno alla metà di novembre.
Focus: evoluzione sino al 15 novembre 2012
nella giornata di sabato assisteremo alle prime schermaglie piovose nelle regioni settentrionali e in Toscana. Sarà il preludio all’arrivo della prima perturbazione di novembre, che porterà un’ondata di maltempo nella giornata domenicale. Dopo aver investito il nord, si estenderà al sud e successivamente aprirà la strada alle correnti più fredde di origine artica. Da mercoledì ci sarà un netto calo termico, ma le precipitazioni coinvolgeranno quasi esclusivamente il versante adriatico e il mezzogiorno. La neve tornerebbe a far capolino sulla dorsale appenninica, dai 1000 ai 1600 metri di altitudine.
In seguito interverrà un temporaneo miglioramento, o meglio, saremo soggetti ad una fase di variabilità come quella attuale. Nel frattempo assisteremo allo scivolamento della saccatura Artica verso sud e l’inverno ribusserà sull’Europa centro occidentale. Lo sbilanciamo ad ovest potrebbe innescare un richiamo umido e piovoso verso le regioni settentrionali e tirreniche, in attesa che l’irruzione progredisca verso est.
Evoluzione sino al 20 novembre 2012
Da metà mese si prospetta un nuovo, significativo raffreddamento che potrebbe spalancare la strada ad un peggioramento tipicamente invernale.
In conclusione.
In conclusione vogliamo ribadire la possibilità che l’irruzione Artica possa intraprendere una traiettoria differente, interessandoci prima e più direttamente.