Nello scorso editoriale facemmo riferimento alla possibilità che gli ultimi giorni del mese in essere potessero determinare il ritorno del gran freddo su buona parte della nostra Penisola. Un evento tutto sommato normale, visto che ancora l’inverno non ha abbandonato i nostri territori. Tuttavia alcuni elementi sembrano destinati a cambiare: ipotesi o certezze?
Bene, certamente, così come si conviene ad una scienza non esatta come la meteorologia, non è possibile dare nulla per scontato. Se fino a qualche giorno fa venivano proposti scenari preoccupanti per il mondo vegetale, oggi sembra che si possano smorzare leggermente i toni.
L’entrata del freddo ci sarà, ma stando alle ultime analisi dei modelli di previsione, potrebbe avvenire in modo meno irruente. Molto dipenderà dalla depressione che andrà formandosi sulla Penisola Iberica e che progressivamente traslerà verso Est, attraversando il bacino del Mediterraneo. Vortice che potrebbe richiamare a sé l’aria fredda addossata all’arco alpino.
Rispetto a quanto proponemmo nei giorni scorsi, pare che la sopra citata depressione sia destinata ad un veloce passaggio in direzione dei Balcani, col freddo che in tal modo non avrebbe tempo e modo di gettarsi con decisione sui nostri mari. Che significa tutto ciò? Certamente una fenomenologia meno intensa rispetto a quanto detto precedentemente, con rischi conseguentemente più bassi di danni alle colture, soprattutto dal punto di vista meccanico.
È chiaro infatti che venendo a mancare l’intensità del fenomeno, gli apparati fiorali non potranno che trarne giovamento. Altro discorso invece per quel che concerne la fisiologia della pianta, in quanto le basse temperature possono provocare danni quali congelamento dei liquidi cellulari, così come scottature del colletto (parte di pianta appena emersa, a diretto contatto col suolo), delle giovani parti verdi e dei fiori.
Freddo che potrebbe manifestarsi moderato soprattutto al Nord e nelle valli a pianure del Centro, con possibili forti gelate durante le ore notturne. Il tutto anche in presenza di cielo nuvoloso e ventilazione sostenuta, visti i valori che quasi certamente andranno ben al di sotto dello zero termico.
Insomma, quel che possiamo consigliare agli addetti ai lavori è attenzione. È bene non abbassare la guardia in un periodo dell’anno nel quale si pongono le basi per il futuro raccolto. Sarà giusto ed opportuno seguire i prossimi aggiornamenti e cercare di assicurare i giusti mezzi di prevenzione alla colture più a rischio.