Ci si domanda quanto e come l’Alta Pressione riuscirà a reggere. A reggere l’impatto delle perturbazioni atlantiche, che dopo essere state relegate su altri lidi, proveranno a riportarsi a ridosso delle Alpi. Un tentativo che in qualche modo riuscirà a produrre degli effetti, perché gli spifferi d’aria umida avranno modo di penetrare nelle regioni Settentrionali e causare un ripristino dell’instabilità sulle principali montagne.
Analizzando i Modelli abbiamo notato, rispetto a ieri, alcune differenze. Le possiamo riassumere in breve, sostenendo una maggiore difficoltà nel forzare la resistenza anticiclonica. Significa che i temporali troveranno ostacoli significativi nell’espandersi in direzione delle pianure.
Ovviamente abbiamo focalizzato l’attenzione sulle regioni Settentrionali perché nel resto d’Italia resterà il bel tempo. Le giornate più calde dovrebbero risultare quelle di martedì e mercoledì, in particolare al Sud ed in Sicilia. La colonnina di mercurio, sotto l’impulso di un po’ d’aria calda d’estrazione africana, potrebbe raggiungere e superare i 35 gradi. I valori più alti, le massime sia bene inteso, si registreranno tra la Puglia, la Lucania e la Sicilia orientale. Non è escluso che localmente si possano sfiorare i 37 gradi.
Un caldo che possiamo definire moderato, non certo eccezionale. Picchi che peraltro potrebbero durare 2-3 giorni al massimo, poi si rientrerà in media o giù di lì. La ragione? Un appiattimento della struttura anticiclonica, che non avrà modo di espandersi più a nord perché troverà l’opposizione del flusso perturbato. Un flusso perturbato derivante dall’affermazione di un’ampia zona ciclonica in Scandinavia e verrà rifornita da aria fredda in discesa dall’Artico.
Il caldo, per concluderne la trattazione, si farà sentire anche in Val Padana. Lo si è detto ieri, lo ribadiamo. Le massime potrebbero superare i 32 gradi, soprattutto tra Emilia Romagna, basso Veneto e Lombardia.
Ma torniamo ai temporali. Fin da domani cominceranno a manifestarsi sui crinali alpini e confermiamo episodi piuttosto intensi. In particolare tra Alto Adige, Veneto e Friuli. Il Triveneto sembra dover far fronte ad una maggiore instabilità nella giornata di giovedì, quando i focolai potrebbero estendersi alle zone pedemontane. Non solo, nel Friuli Venezia Giulia andrebbero a raggiungere persino le pianure e l’intensità potrebbe esser tale da non escludere degli episodi grandinigeni a carattere locale.
L’azione erosiva proseguirà nelle giornate successive e in particolare nella giornata di sabato, quando un impulso instabile ben più vivace potrebbe inserirsi nell’Anticiclone e causare un parziale peggioramento. Si inizierà dal Nordovest e si proseguirebbe col Nordest. Le precipitazioni, oltre a coinvolgere i rilievi, si manifesterebbero anche in pianura.
Per quel che concerne le restanti regioni, sottolineiamo la formazione di nubi torreggianti sulla dorsale appenninica. Nuvolosità indotta dal forte riscaldamento e non è escluso che localmente vadano a sfociare in brevi acquazzoni temporaleschi. Soprattutto tra Abruzzo, Molise e Lazio. Inoltre, sotto l’impulso delle correnti occidentali, i versanti adriatici e ionici potrebbero registrare un ulteriori rialzo delle temperature.
Insomma, tutti ingredienti tipicamente estivi, a riprova che questo primo scorcio d’Agosto ha tutta l’intenzione di assumere le peculiarità stagionali.