Il crollo dell’Unione Sovietica ha come è noto portato alla formazione, o alla rinascita, di molti nuovi stati indipendenti, in Europa, in Asia e nella regione caucasica, che asiatica in effetti è, essendo Georgia e Azerbaigian confinanti con la Russia lungo il crinale principale della grande catena montuosa e l’Armenia ancora più meridionale. L’Azerbaigian in particolare occupa una superficie di 86.000 kmq, confinando con la Russia nel tratto orientale del rilievo caucasico, mentre a est affaccia sul Mar Caspio (che si trova a livello inferiore a quello del mare aperto), a sud confina con l’Iran e l’Armenia, a ovest con la Georgia.
Le montagne orlano quindi i confini nord, ovest (qui in realtà lo spartiacque che “isola” l’area dalle influenze dal Mar Nero è in territorio georgiano) e sud, delimitando una sorta di conca aperta verso il Caspio, solcata dal fiume Kura che sfocia poco a sud di Baku. Questa “chiusura” da tre lati già intuitivamente ci suggerisce che complessivamente il paese è piuttosto arido e infatti l’unica zona piovosa è il tratto più meridionale della costa sul Caspio, dove la posizione del rilievo rispetto alla linea di costa facilità un certo effetto stau per l’addossarsi al rilievo dell’umidità che correnti da nord/nordest trasportano dal Mar Caspio. Piovoso è anche il crinale caucasico, al confine con la Russia, ma l’altezza del rilievo (che supera largamente i 4000 metri, le vette più alte sono oltre i 5000 metri, ma al confine tra Georgia e Russia) impedisce all’umidità di passare sul versante meridionale.
Individuiamo 4 aree climatiche:
1. la fascia costiera, depressa, dal confine russo alle foci del Kura, con clima temperato della steppa semidesertico, con inverno freddo (meno di 300 mm/anno)
2. il tratto di costa dalle foci del Kura al confine iraniano con clima temperato caldo subtropicale umido con estate calda (sembrano i caratteri del clima sinico ma non è proprio così, in quel clima l’inverno è più secco), con precipitazioni crescenti da nord a sud (da 300 a 1200 mm/anno)
3. l’interno, solcato dal fiume Kura, con clima temperato della steppa secco con inverno freddo (250-500 mm/anno)
4. il Caucaso e i monti al confine con l’Armenia, con clima di montagna, fortemente condizionato da esposizione e altitudine (in genere 500-1000 mm/anno, localmente oltre 1000 sul Caucaso)
La capitale Baku (40,4°N, 49,8°E) rappresenta un campione della zona 1. Le temperature medie sono le seguenti: gennaio 3,3°, aprile 11,0°, luglio 25,7°, ottobre 16,6°, anno 14,2°. Considerata la posizione costiera, può stupire la forte escursione stagionale, ma il Caspio è mare chiuso, quindi si scalda molto in estate e al contrario si raffredda molto in inverno, fino a gelare oltre 47°/48°N, anche perché aperto verso le steppe russe e kazake spazzate in inverno dai venti freddi siberiani che arrivano sino a Baku.
Sono proprio questi venti che, passando in autunno sulle acque del Caspio ancora tiepide, conducono a un relativo picco pluviometrico, molto più evidente nel sud (come vedremo) dove viene incentivato dall’effetto stau. A Zyud, poco a sud di Baku (39,4°N) cadono 274 mm/anno, con ottobre e novembre mesi più piovosi (38 e 44 mm), precipitazioni che rimangono intorno ai 30 mm per tutto l’inverno (quando spesso sono nevose), per poi calare drasticamente in primavera (maggio 17 mm) e ancor più in estate (luglio 4 mm, 37 da giugno a settembre) quando il paese è in ingannevole bassa pressione al suolo, con invece una cupola di aria calda e secca alle quote superiori. La bassa pressione termica asiatica estiva che porta le piogge monsoniche nel sud e nell’est del continente, convoglia qui invece venti freddi e secchi da N/NW.
A poche decine di chilometri dal confine con l’Iran, Lenkoran, intorno a 37°N, vede le piogge incrementate fortemente dal rilievo che appena alle spalle della linea di costa costringe al sollevamento le correnti umide che arrivano dal Caspio (fascia 2.). Cadono 1146 mm/anno di precipitazioni, con forti apporti autunnali (settembre 143 mm, ottobre 259, novembre 168), discreti ma inferiori in inverno, quando l’acqua è più fredda e fornisce meno vapore alle masse d’aria in arrivo (da dicembre a marzo si viaggia intorno ai 90-110 mm, qualche nevicata al seguito delle saccature fredde). Modeste le piogge primaverili (maggio 54 mm), ancor più quelle estive, comunque con qualche temporale in più che a Baku (luglio 17 mm, 89 da giugno ad agosto). Temperature: gennaio 3,4°, aprile 12,5°, luglio 25,3°, ottobre 15,8°, anno 14,2°.
Nell’entroterra, a 40,7°N e 308 metri, Gjandza, già Kirovabad ai tempi dell’Unione Sovietica (fascia 3.), riceve 260 mm/anno di piogge, con massimo tardo-primaverile (giugno 40 mm, maggio 38), secondo massimo autunnale (ottobre 23 mm) e minimo invernale (gennaio 10 mm, febbraio 12). Temperature medie: gennaio 1,2°, aprile 12,1°, luglio 25,3°, ottobre 12,9°, anno 13,1°. Escursioni giornaliere sui 12° in tarda primavera ed estate (media delle massime in luglio oltre 31°), sui 10°/11° in autunno e inizio primavera, tra 7° e 9° in inverno (media delle minime di gennaio -2,0°).
Poco da dire sulle attrattive del paese, non certo tra le mete privilegiate dal turismo internazionale, anche perché piuttosto instabile politicamente. Baku è metropoli abbastanza caotica, importante porto petrolifero, sicuramente più piacevoli le zone montane del Caucaso. Un buon portale Internet è www.azer.com