Non saranno mai sufficientemente citate le parole di George C. Simpson, il meteorologo della spedizione di Robert F. Scott che, il 17 gennaio 1912, raggiunse il Polo Sud. Egli fu infatti il primo a poter analizzare i dati relativi al Plateau Antartico e a farsi un’idea dell’andamento climatico stagionale. Nel suo fondamentale compendio alla British Antarctic Expedition, scrisse che «deve essere considerata una delle meraviglie dell’Antartide il fatto che includa una vasta area della superficie terrestre in cui la temperatura media durante i mesi più caldi è di oltre 8° inferiore allo zero Fahrenheit».
A quell’epoca non si aveva ancora cognizione delle regioni più remote dell’Antartide orientale, quelle ove oggi sorgono la base russa Vostok (3.488 m, operativa dal 1958) e la base italo francese Concordia (3.233 m, operativa dal 2005).
Sono queste le lande in cui si riscontrano le temperature più basse della Terra, ben al di là di quei limiti che si sperimentano nell’emisfero boreale.
Proprio a Concordia, il 24 dicembre la minima ha toccato i -40,2 °C (1802 UTC), stabilendo il record della vigilia natalizia. Si tratta di valori non inconsueti, specie a Dome C, dove la struttura sorge: le calme di vento che caratterizzano il luogo, favoriscono l’inversione termica durante le ore in cui il Sole si abbassa rispetto all’orizzonte. A differenza del Polo Sud geografico infatti, dove si realizza una forte stabilità termica dovuta alla costanza dell’irraggiamento, a latitudini inferiori l’escursione giornaliera è piuttosto accentuata.
Un valore simile, sempre a Concordia, si ebbe il 26 dicembre 2009, quando i sensori misurarono -40,5 °C.
L’estate antartica, specie nelle regioni continentali, è molto breve: da metà dicembre a metà gennaio, all’incirca. Il periodo intorno al solstizio (quest’anno caduto il 22 dicembre) è, in genere, il più caldo.
Si è fatto cenno alla stabilità delle temperature al Polo Sud geografico, dove sorge la base americana Amundsen-Scott (2.836 m, operativa dal 1957). Ecco, sulla scorta delle rilevazioni 1958-2002, la norma degli estremi di dicembre:
Tmax = -26,6 °C
Tmin = -29,4 °C
Esistono tuttavia delle eccezioni: la più eclatante si verificò il 25 dicembre 2011, quando la massima schizzò a -12,3 °C stabilendo il record storico di questi 58 anni.
In quell’occasione, ottusamente, alcuni di coloro che discettano su certi forum, convinti che una lettura delle carte isotermiche a 850 hPa sia sufficiente per capire come funziona il mondo, parlarono d’un abbaglio, se non d’un complotto dei sostenitori del riscaldamento globale. Una dialettica inutile, dato che le isoterme a 850 hPa per il Plateau Antartico, la cui altitudine media supera i 2000 m, sono puramente teoriche, e che non prevedeva neppure l’unica cosa sensata da fare: andare a leggere i dati effettivamente misurati ad Amundsen-Scott quel giorno, dati che, grazie a internet, sono disponibili in tempo reale.
Ecco il motivo per cui le parole di Simpson vanno ribadite, meditate e apprezzate: perché furono proprio quei pionieri a dirci cosa significhi un’estate perennemente glaciale e, attraverso fatiche indicibili e a volte tragiche, permettere le conoscenze odierne e il progresso delle scienze climatiche. Progresso che non può basarsi su astrazioni di modelli matematici, ma deve costantemente richiamarsi alla realtà di fatto: a quelle misure cioè, che giorno per giorno, anno per anno, raccontano i comportamenti di quella macchina misteriosa che è l’atmosfera terrestre.
Nota
Data and information were obtained from IPEV/PNRA Project Routine Meteorological Observation at Station Concordia – www.climantartide.it.
Bibliografia
George C. Simpson è citato in A. Cherry-Garrard, The Worst Journey in the World (trad. italiana: Il peggior viaggio del mondo, Milano, 2004, p. 654).