AVVISO, istruzioni per la lettura dell’articolo: il Meteo Giornale rammenta al lettore che il presente articolo è l’interpretazione dell’Autore sui Modelli Matematici (emessi dai Centri di Calcolo mondiali), le cui tendenze sono notoriamente soggette a mutevolezza. Questo articolo non è un bollettino meteo.
L’affondo vigoroso di una depressione atlantica verso la Penisola Iberica sembra spezzare definitivamente quel meccanismo che ha portato all’attuale isolamento di un nucleo gelido su gran parte del Centro Europa e parte del Nord Italia. L’anticiclone di blocco sul comparto atlantico islandese tenderà a traslare sulla Groenlandia, pertanto il contesto ciclonico gelido europeo sarà costretto ad interagire con l’invadente flusso atlantico che porrà le basi per una complessa saccatura con perno sulla Penisola Iberica.
Mai configurazione barica poteva ora prospettarsi più letale per le prospettive di un lungo mantenimento del gran freddo già accumulato al Nord. In realtà, sotto lo sferzate di correnti molto miti nord-africane, anche il cuscinetto freddo al suolo sul catino padano pare dover soccombere piuttosto rapidamente, nonostante le ultime proiezioni modellistiche abbiano leggermente smorzato l’entità dell’avvezione calda. Come possiamo vedere sulla rappresentazione GFS delle isoterme ad 850 hPa per martedì 22, il gelo salirà a latitudini più consone, mentre il Mediterraneo Centro-Occidentale sarà preso di mira da masse d’aria piuttosto tiepide, con enorme scarto termico rispetto al gelo che persisterà fino al week-end.
Focalizzando l’attenzione sull’Italia, vediamo meglio i dettagli previsti al momento da GFS per le ore centrali di martedì. Le termiche saliranno oltre i +10°C in Sicilia, ma è interessante vedere come al Nord i venti più miti meridionali tenderanno a scalzare il cuscinetto freddo padano a cominciare dalla Val Padana centro-orientale: residue sacche fredde (la 0°C ad 850 hPa) resisteranno solo tra Piemonte e Lombardia, ove quindi le nevicate potrebbero reggere per l’intera giornata di martedì, in caso d’omotermia con i livelli più bassi dell’atmosfera, ma al riguardo non si può ancora certo essere precisi.
A parte tutti i discorsi legati alla neve, la perturbazione d’inizio settimana si preannuncia piuttosto corposa, con precipitazioni particolarmente ingenti sulle aree esposte al flusso sud/occidentale, in particolare sulla Riviera di Levante, l’Alta Toscana e le zone prealpine centro-orientali. Questa mappa si riferisce alle precipitazioni fra le ore 18Z di lunedì e le ore 18Z di martedì e mostra l’abbondanza dei fenomeni sulle aree indicate: per il discorso fatto in precedenza, gran parte di queste precipitazioni risulteranno ancora nevose fino in pianura tra Piemonte, Lombardia, Liguria (zona tra Genova e Savona) ed estreme zone occidentali emiliane, mentre sulle restanti zone padane vi sarà il veloce passaggio da neve a pioggia, che poi nelle ore successive dovrebbe riguardare anche il Piemonte. Nel complesso, sul Nord-Ovest, prima delle piogge, anche in città come Torino e Milano potrebbero cadere in 24 ore tra i 20 ed i 30 centimetri di neve al suolo, sempre in base agli attuali scenari prospettati dai Centri di Calcolo.