Gli Stati Uniti si stanno preparando al “landfall” di Rita, il nuovo “major hurricane” che sta imperversando nel Golfo del Messico. E’ iniziata l’evacuazione della città costiera di Galveston, già distrutta da un uragano che causò 10.000 vittime nel 1900 (una recostruzione dell’evento si può leggere al seguente indirizzo: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=11841). Precauzionalmente evacuata nuovamente anche la città di New Orleans.
Rita entrando nel Golfo del Messico tra la Florida e Cuba si è rapidamente rinforzato, passando in un solo giorno da tempesta tropicale ad uragano di terza categoria, con venti sostenuti che soffiano a 185 km/h e raffiche ancora maggiori ed una pressione al centro stimata in 960 hPa. Venti da uragano soffiano fino a 75 km dal centro della tempesta.
Possibile la formazione di tornado e trombe marine nella zona delle Florida Keys, mentre grandi accumuli di pioggia si ritengono probabili nella parte occidentale dell’Isola di Cuba, localmente fino addirittura a 500 mm!
Rita si sta muovendo rapidamente verso ovest, in direzione delle coste del Texas, rinforzandosi sempre più man mano che procede nelle calde acque del Golfo del Messico e le previsioni non sono confortanti. Secondo i bollettini emessi dal NHC di Miami, Rita diventerà un uragano di quarta categoria entro domani (22 settembre), con venti sostenuti che soffieranno a 230 km/h e con raffiche quasi fino a 290 km/h! Il “landfall” di Rita è previsto tra il 23 e 24 settembre lungo le coste settentrionali del Texas, nella zona di Galveston, come categoria 4, la stessa di Katrina quando devastò New Orleans poche settimane fa. Ed anche questa volta le coste della Lousiana sono a rischio, tanto che è stata ordinata l’evacuazione degli abitanti ancora rimasti a New Orleans.
La stagione degli uragani atlantici si sta mostrando particolarmente attiva. Rita è la diciassettesima tempesta “nominata” dall’inizio dell’anno, dal 1851 il record è di 21 tempeste appartenente all’anno 1933. Global Warming e aumento del numero e dell’intensità degli uragani: c’è un nesso? E’ questa la domanda che molti si pongono.
Secondo Max Mayfield capo del National Hurricane Center, il Global Warming gioca un ruolo ma non è l’unico. Le ricerche condotte dal suo istituto puntano l’indice soprattutto su una ciclica fluttuazione atlantica. Per un approfondimento consigliamo l’esaustivo contributo di Claudio Gravina scritto per MTG Climate al seguente indirizzo:
https://clima.meteogiornale.it/Portal/index.php?option=com_content&task=view&id=54&Itemid=55
Max Mayfield aggiunge che Katrina non sarà l’ultimo “major hurricane” ad interessare gli Stati Uniti d’America, e che città quali Houston, Galveston, Tampa, le Florida Keys, perfino New York, Long Island e il New England, sono vulnerabili quanto New Orleans.
Per il momento teniamo d’occhio Rita, senza dimenticare che non solo gli Stati Uniti ne stanno subendo o ne dovranno subire la furia, ma anche Cuba e forse, in misura minore, il Messico.