Ieri si è parlato di un anomalo riscaldamento delle acque del Mediterraneo, oggi vi proponiamo un nuovo studio che conferma l’inarrestabile riscaldamento delle acque oceaniche. Si tratta di una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul prestigioso The Guardian.
Detto che il riscaldamento globale derivante dalle attività antropiche è conclamato, ci si chiede dove vada a finire il calore in eccesso. La risposta a questo quesito servirà ad affrontare al meglio il futuro climatico, prevedendone l’andamento. Se si vogliono misurare i cambiamenti climatici negli oceani v’è necessità di avere innumerevoli sensori sparsi in tutte le acque oceaniche del pianeta: dal superficie alle acque profonde. È importante sottolineare che è necessario disporre di misure che coprono decenni, solo in questo modo si potrà stabilire una tendenza a lungo termine.
Un articolo appena pubblicato sulla rivista Climate Dynamics affronta il problema analizzando tre diverse misure di temperatura dell’oceano svolte da tre diversi gruppi. Si è scoperto che, indipendentemente dai dati utilizzati, gli oceani si stanno riscaldando. Attualmente i dati provengono in gran parte dal network ARGO, contenente circa 3800 dispositivi autonomi distribuiti più o meno uniformemente negli oceani. Ma si tratta di rilevazioni cominciate nel 2005.
Prima di allora, le misurazioni non erano uniformi. Per ovviare al problema i ricercatori devono utilizzare quello che viene chiamato un metodo di “mappatura”. Analisi complesse, che hanno portato alla conclusione che gli oceani si stanno riscaldando. Costantemente e più del dovuto.