Siamo entrati nel pieno della stagione dei temporali e, nel momento in cui si manifesteranno, ne vedremo sempre più intensi nelle prossime settimane, per via del maggiore riscaldamento diurno. I fulmini sono considerati la seconda causa di morte per eventi naturali dopo le alluvioni.
In tutto il mondo sono almeno 1000 le persone morte ogni anno a seguito di folgorazione da fulmini e diverse altre migliaia sono quelle che sopravvivono alla scarica elettrica riportando gravi lesioni. Non è certo immune l’Italia, con 10/15 morti all’anno.
Gli stati più colpiti sono India, Nepal, Sud Africa e Bangladesh dove in alcune tempeste elettriche possono essere decine le persone che perdono la vita in un unico evento. Ad incidere è il fatto che molte attività di lavoro, in questi paesi, vengono svolte all’aperto.
Molti erroneamente pensano che il fulmine perda la sua enorme potenza una volta che tocca il suolo. In realtà si può essere colpiti sia da fulminazione diretta che da fulminazione indiretta, a causa della dispersione della carica nel terreno e nell’aria circostante il bersaglio.
Il periodo peggiore va da giugno a agosto, con il 70 per cento dei decessi annuali. Dal 1940 al 1970 le attività agricole considerate erano quelle maggiormente a rischio. Ma poi, con l’evoluzione tecnologica, il rischio è calato drasticamente soprattutto grazie alle macchine e ai cellulari.
Se ci si trova all’aperto, i fulmini possono costituire un pericolo non da poco per le persone, visto che due terzi di tutti i decessi causati dai fulmini si verifica mentre si fa qualche attività all’aperto. Durante un temporale è sempre opportuno mettersi in sicurezza, anche quando non sta piovendo.
Alcune attività sportive presentano un alto rischio. La pesca è l’attività outdoor a cui sono associati più morti legati ai fulmini: negli USA si sono contate 33 vittime tra il 2006 e il 2016. Quasi tutti erano uomini. Per le donne, invece, l’attività con più decessi è quella del canottaggio col 37,5%: 16 morti in 11 anni.
Qualora ci si imbattesse in un temporale è assolutamente raccomandato di cercare di rifugiarsi in un luogo sicuro (ad esempio un edificio al chiuso oppure l’auto che fa da gabbia di Faraday), evitando di restare all’aria aperta. Mai andare sotto un albero, specie se isolato.
Se non è possibile trovare un riparo sicuro, è bene accovacciarsi a terra con le ginocchia unite, testa bassa e le mani sulle orecchie. Inoltre, siccome talvolta ci si può imbattere nell’arrivo di un temporale mentre si è al mare, non bisogna mai stare in acqua se vediamo fulmini o sentiamo tuoni anche solo in lontananza.