Dall’analisi della carta relativa alla situazione al suolo si mostra evidente il lungo fronte freddo che nasce dall’Irlanda, attraversa il Golfo di Guascogna e si distende sino alle Azzorre. Il fulcro di questa avanzata fredda è la consueta depressione britannica a 997 hPa. Da esso si protrae anche un sistema di fronti occlusi che perfora le coste olandesi.
Un secondo perno depressionario domina la scena europea: è quello scandinavo (998 hPa). Da esso si evolve una lunga sciabolata frontale verticale che insidia tutto il confine russo con le Nazioni ad esso occidentali.
L’Italia è, anche oggi, contornata da lievi ondulazioni bariche che garantiscono la presenza di leggere intromissioni ventose oceaniche.
Il fronte freddo che sorvola il Golfo della Manica per addentrarsi nel cuore del Golfo di Biscaglia ed il fronte occluso che sovrasta ed invade l’Olanda, sopra evidenziati, spiccano notevolmente nella ripresa satellitare odierna.
L’occhio del ciclone si nasconde sopra i territori reali britannici sprigionando situazioni temporalesche sopra i confini scozzesi.
Lo scontro tra il fronte freddo e la lampante gobba anticiclonica francese è aspro. Precipitazioni piovose delineano il confine oceanico francese sino ad aumentare sui territori del Benelux, imperterrita sede occlusiva.
Al margine orientale dell’immagine si intravede la ferita frontale russa.
L’onda degli elevati geopotenziali spinge verso il centro del Continente. I valori di pressione a 500 hPa appaiono a quote nettamente superiori a quella linea ipotetica dei 5800 m di altitudine che segna il confine con la troposfera.
Addirittura, questa isoipsa sfiora le coste francesi meridionali.
Ovviamente, avvicinandosi al perno depressionario britannico, le quote dei geopotenziali diminuiscono e ad esse si associano dati termometrici sempre minori (-20°C nell’occhio ciclonico).
Anche i valori delle temperature a 850 hPa rispecchiano perfettamente le analisi sopra espresse. Spicca l’altoforno nordafricano. Evidenti sono anche le leggere mitigazioni sul centro-nord Italia (16 e 14° C), frutto delle incursioni mitigatrici oceaniche.
Basse temperature anche sul confine russo (12°C) a segnare la presenza perturbata.