Ancora assenza di vento sulla nostra Penisola racchiusa nell’isobara 1012hPa. La spinta subtropicale allontana qualsiasi velleità depressionaria dalle Regioni settentrionali.
Si va lentamente spegnendo l’azione ciclonica atlantica. La risalita del valore barico principale a 1002 hPa testimonia la sua perdita di potenza, anche se il fronte freddo che da esso si estende è sempre imponente sulle Regioni atlantiche francesi.
Delusione anche dalle depressioni scandinave. Il picco altopressionario a 1018 hPa posizionato dall’anticiclone subtropicale a difesa del proprio regno orientale stoppa qualsiasi tentativo di attacco baltico, relegandolo alle sue consuete latitudini.
Dall’immagine satellitare mattutina si evince la coltre nuvolosa francese. I maggiori contrasti si osservano sulle sponde britanniche del Mare del Nord.
Anche sul Mar Baltico si nota il netto confine tra la zona ciclonica scandinava e quella ripulita anticiclonica europea. Precipitazioni diffuse in questa zona di confine termico.
Altrove, Italia compresa, non si notano effetti pluviometrici di rilievo.
Sempre più proteso verso la Danimarca il cuneo altopressionaria nordafricano, i -15°C a quasi 5700m di altitudine segnano il confine di questo vasto mare surriscaldato.
Saccatura atlantica anche oggi molto delineata, ma tenuta sempre alla larga dai territori italiani dalla spinta rovente del Mediterraneo occidentale.
La risalita delle temperature in Ucraina mette in mostra la potenza anticiclonica espressa di fronte alla spinta dei venti freddi artici continentali particolarmente evidente ieri.
Le Regioni centro-meridionali italiane, dopo aver trascorso l’ennesima notte alla ricerca di bocchettoni artificiali d’aria, anche oggi affrontano una giornata poco ventilata. La carta del vento a 850 hPa dipinge nuovamente la nostra Penisola di blu, segnalando così la chiara assenza di vento. Al suolo notiamo però presenza di ventilazione sostenuta da nord su tutto il versante adriatico e ionico. Vento che compare anche sul confine francese, infiltrazioni oceaniche che trovano nelle Alpi e nell’anticiclone due oppositori troppo ardui da superare.