La copertura nevosa dell’emisfero settentrionale, considerando il semestre autunno-inverno 2017-2018, è da considerarsi eccezionale.
Nonostante la banchisa artica – lo si è scritto l’altro giorno – abbia mostrato sofferenza, l’Istituto meteorologico finlandese ha rilasciato un documento stilato sulla base delle rilevazioni satellitari e dal quale si apprende che la copertura annuale è cresciuto esponenzialmente.
Secondo gli esperti la causa di un anno così eccezionalmente nevoso trova spiegazione nell’Anticiclone russo-siberiano che ha portato temperature estremamente basse nel mese di febbraio e in particolare nella seconda metà del mese. Ovviamente il tutto sarebbe ascrivibile al riscaldamento stratosferico che ha condotto alla rottura del Vortice Polare.
I meteorologi finlandesi gestiscono tali rilevazioni dal 1980 e i dati dimostrano che negli ultimi decenni la copertura nevosa è diminuita soprattutto in primavera con scioglimento precoce. Nel periodo analizzato 1980-2017 è stata rilevata sia la quantità totale di neve in tutti i periodi invernali sia lo strato di ghiaccio dell’Artico, registrazioni che hanno evidenziato una costante diminuzione in entrambi i casi. Ora, i dati rilevati quest’anno potrebbero rappresentare soltanto una casualità, ma c’è chi già punta verso un cambiamento sostanziale del pattern climatico degli ultimi decenni. Al netto del riscaldamento globale, siamo davvero arrivati al punto di svolta?