Entriamo nel trimestre più freddo dell’anno e pertanto diventa comune il noto fenomeno meteo dell’inversione termica: esso capita allorquando un promontorio di alta pressione, più o meno strutturato, interessa il nostro paese.
In quota le temperature salgono anche di diversi gradi sopra le medie, mentre nei bassi strati si accumula il freddo.
Inversione termica e profilo verticale: fonte Clovis Online School.
Questo fenomeno è tipico di tutte le pianure e i fondovalli, da nord a sud: è frequentissimo, come è facile immaginare, in Pianura Padana, ma non è raro trovarlo anche in tutte le vallate alpine, in quelle del Centro e talvolta anche al Meridione.
Come mai in quest’ultima regione inversione termica è più rara? Semplicemente perché il meteo propone scenari meno freddi e pertanto si instaura con più difficoltà: al Sud, infatti, è difficile che stazioni un ingresso freddo per più tempo e soprattutto la radiazione solare è più intensa rispetto al Nord Italia, quindi la potenza solare può facilmente rompere l’inversione e far aumentare le temperature anche nei bassi strati.
Da un punto di vista statistico, l’inversione termica raggiungere la sua massima probabilità proprio a cavallo tra dicembre e gennaio: quando entriamo in febbraio e a maggior ragione nella primavera (quindi da marzo in poi) il meteo si fa sempre più variabile, il sole oramai scalda tanto, le giornate diventano molto più lunghe e pertanto la formazione di inversioni termiche diventa estremamente poco probabile.