L’area ciclonica islandese-scozzese si dimostra essere molto profonda (964 e 981 hPa) e molto fredda. Il suo movimento verso sud-est viene dettato dall’innalzamento latitudinale dell’anticiclone azzorriano (1043 hPa).
Il fronte freddo che imperversa sul settore occidentale europeo si incunea nelle valli francesi ed arriva ad alimentare la depressione mobile balearica a 1002 hPa.
Una seconda depressione mediterranea spunta dai settori nordafricani (1001 hPa) sospinta da venti di scirocco. Entrambe si dirigono sull’Italia, distendendo un fronte occluso sull’intero settore centro-settentrionale.
Ad estremo oriente riprende forza e vigore l’alta pressione russa (1023 hPa), comprimendo, in questo modo, nella fascia mitteleuropea la discesa fredda polare.
Nubi padrone del panorama sud-occidentale europeo. Il pattern cumulonembico polare posto alle spalle del vistoso fronte freddo atlantico fornisce linfa vitale per un nuovo affondo gelido. Le piogge incidono dal Mare del Nord sino alla Penisola Iberica, territori controllati fino alla settimana scorsa dall’anticiclone azzorriano.
L’Italia è sovrastata dagli strati nuvolosi di origine diversa: atlantica ed algerina. Le correnti umide e miti che sono associate a questa avanzata nubiforme mantengono inalterate le temperature miti e riversano sulle Regioni centro-settentrionali rovesci diffusi.
A sud-est del Continente si osserva il definitivo scioglimento della goccia fredda turca. Sulla Penisola Ellenica e sul Mar Nero regna un nuovo picco altopressionario.