L’anticiclone Verti, forte del suo picco a 1033 hPa, è padrone indiscusso dell’intero settore settentrionale continentale. Anche se la sua posizione si sta lentamente defilando verso le più alte latitudini, riesce, ancora oggi, a determinare stabilità meteorologica sulle Terre sovrastate.
La sua porzione meridionale entra in brusco contrasto con l’intromissione nel Golfo di Biscaglia del ciclone Cornelius (1010 hPa), innescando situazioni occlusive lungo lo Stretto della Manica.
L’avanzata di questa testarda depressione viene rallentata dalla colonna altopressionaria nordafricana (1021 hPa) ben edificata sopra l’Italia.
I contrasti maggiori avvengono sulla catena alpina, facendo scivolare verso est le correnti più umide. Sui territori austro-ungarici giungono anche residue correnti fresche baltiche provenienti dalla depressione Bringfried a 1001 hPa, accentuando gli scontri con l’evoluzione orientale della sacca calda mediterranea.
Le fitte nubi generate dall’intromissione continentale della depressione atlantica Cornelius dipingono i cieli franco-pirenaici. I fenomeni rilevati sono scarsi, anche perché la parte più cospicua della copertura stratiforme si dispiega lungo l’arco alpino, interessando gli arrivi più difficoltosi del Giro d’Italia.
Temporali diffusi tentano di raggiungere le valli italiane, ma vengono stoppati immediatamente dalla muraglia anticiclonica nordafricana, capace di regalare anche oggi sole e caldo alla nostra Penisola.
Le correnti instabili si catapultano sull’Austria, scivolano verso i Balcani e destabilizzano la situazione meteorologica.
Nubi ancora sottili, ma in veloce addensamento, sulla Manica, frutto dei notevoli scontri termici sopraccitati.