L’Iraq è un paese di 435.000 kmq, caratterizzato nella sua parte centrale dalla Mesopotamia, la grande pianura alluvionale a forma triangolare, tra i fiumi Eufrate e Tigri (che si congiungono nella complessa foce dello Shatt-el-Arab), dove non piove quasi mai, specie nella parte centro-meridionale, ma la presenza dei due grandi fiumi e delle loro piene ha sempre garantito la fertilità del terreno e con essa il prosperare delle attività antropiche e di antiche e grandi civiltà, a cominciare dagli Assiro-babilonesi.
Tutto il vasto settore posto a sudovest dell’Eufrate è invece un deserto arido e inospitale, semipianeggiante e quasi completamente spopolato. Il settore a est del Tigri, e a nord dei 32°/33°N, si alza gradualmente verso le prime propaggini degli iraniani Monti Zagros che anzi oltre il 35° parallelo diventano iracheni con i loro versanti occidentali, raggiungendo quota 2626. Ugualmente montuosa è la fascia di territorio a nord di Mosul, il Kurdistan iracheno, che confina con la Turchia e con quella piccola enclave di Siria protesa verso NE.
Queste due fasce di territorio, contigue tra loro, rappresentano un Iraq diverso dall’immagine arida e “gialla” di sabbia che abbiamo nella mente e negli occhi, portato com’è questo paese tutti i giorni nelle nostre case per i noti motivi politico-militari. Qui la combinazione della latitudine più elevata e dell’effetto stau che procura la presenza dei rilievi garantiscono precipitazioni ben maggiori che nel deserto o nel centro-sud della Mesopotamia, comunque concentrate nel semestre freddo, con coda in aprile, in modo che, soprattutto quando ci si alza anche di quota e le temperature estive diventano ragionevoli (ma soprattutto si accorcia il periodo di gran caldo e di aridità), per 6-7 mesi l’anno il paesaggio è verdissimo e talvolta … bianco, visto che oltre i 1100-1200 metri le nevicate non sono poi rare. La neve scende talvolta anche a quote collinari, quando le depressioni sono alimentate da aria particolarmente fredda scesa dalla Russia (comunque inevitabilmente riscaldata dal transito sul Mar Nero e modificata in traiettoria e caratteristiche dal passaggio sulle montagne turche).
Il clima dell’Iraq ha quindi un carattere prevalentemente arido, continentale: gli inverni sono relativamente rigidi, soprattutto nelle notti, mentre le estati sono calde e secche. Le precipitazioni sono più accentuate solo in inverno sui rilievi montuosi e diminuiscono andando verso sud e verso ovest, tanto che tutto il settore sotto il 35° parallelo, a parte una sottile fascia al confine con l’Iran, a nord del 33°N, ha clima subtropicale desertico, con piogge che non raggiungono i 200 mm/anno. La fascia al confine con l’Iran tra 33° e 35°N e la regione a nord del 35°N (un po’ più a nord al confine con la Siria) sono caratterizzate da clima subtropicale di tipo steppico con inverno umido (detto anche “mediterraneo arido”, ma non vi corrisponde per profilo termico), con piogge, invernali, tra 200 e 400 mm/anno, crescenti da SW verso NE. Il settore nordorientale del paese infatti, quello delimitato all’incirca dalla diagonale che unisce Mosul e Kirkuk, ha clima di tipo mediterraneo per regime pluviometrico (ma continentale per quello termico) con piogge, per lo più invernali, superiori a 400 mm/anno, fino a superare i 500 mm a NE di Arbil.
In estate domina una cupola di aria calda e secca, con tempo stabile a dispetto della bassa pressione al suolo (di natura termica), con venti prevalenti da NW. Solo tra la fine di ottobre e i primi di novembre le prime perturbazioni delle medie latitudini raggiungono la parte più settentrionale del paese, dando le prime piogge. Da metà novembre a marzo le perturbazioni transitano spesso sulla parte del paese a nord del 35°, dando luogo a brevi e non abbondanti piogge, che diventano più importanti quando le correnti da W/SW impattano contro il rilievo; più sporadici i passaggi perturbati nel sud.
Marzo e la prima metà di aprile segnano già un notevole aumento termico in Iraq, per cui le saccature fredde che ancora raggiungono il paese danno origine a fenomeni più intensi per il forte contrasto termico. E’infatti questo il periodo in cui sono più frequenti le tempeste di sabbia, portate dai forti venti caldi sudoccidentali che precedono l’arrivo della parte fredda dei fronti, mentre marzo è il mese più piovoso in quasi tutto il paese. Le ultime occasioni per il transito di perturbazioni si hanno a fine aprile, al massimo nei primi giorni di maggio, quando le temperature massime nel centro-sud superano già i 35°C, poi inizia la lunga e stabile estate irachena.
Abbiamo accennato alle già elevate temperature primaverili, mentre quelle estive sono davvero pesanti, anche se il caldo è torrido (non però nello Shatt-el-Arab, dove l’afa lo rende ancor più pesante), visto che le medie al livello del mare sono ovunque oltre i 32° e nel sud e spesso superano i 35°C, con le massime stabilmente oltre i 40°C. In inverno le temperature medie, sempre al livello del mare, vanno dai 7°C del nord ai 12°C del sud, passando per i 9°-10°C delle zone centrali del paese. L’escursione giornaliera, molto elevata nei mesi caldi (circa 15°C), rimane intorno ai 10°C anche nei mesi invernali, in cui non sono rare le gelate, favorite dall’intenso irraggiamento notturno nel deserto.
Nella seconda parte vedremo i dati climatici di alcune località tra le più rappresentative del paese.