Dopo l’analisi generale del clima iracheno fatta nella prima parte, in questa seconda entriamo nel dettaglio di alcune città, procedendo da sud a nord, ovvero risalendo dallo Shatt-el-Arab, la vasta foce congiunta di Tigri ed Eufrate, lungo la Mesopotamia, vero “asse” della vita di questo travagliato paese, nel lontano passato dei Babilonesi come oggi.
Bassora (30,6°N), nello Shatt-el-Arab, come la “cugina” iraniana Abadan ha estati roventi e anche piuttosto afose. La temperatura media, come tutte espressa in °C, è di 30,0° già in maggio e ancora di 31,2° in settembre, raggiungendo il massimo di 34,5° in luglio. Da giugno ad agosto la media delle massime supera i 40° (l’escursione giornaliera è intorno ai 14° nel periodo estivo), ma non sono insolite punte di 47°/48° e il record è di 50°. Le altre temperature medie: gennaio 12,2°, aprile 24,2°, ottobre 26,3°, anno 24,4°. L’escursione giornaliera è sui 12°C nelle stagioni di mezzo, mentre scende intorno ai 10° nei mesi invernali. In gennaio la media delle minime è sui 7°, ma nei 3 mesi invernali sono possibili deboli gelate (record storico -2°).
Oltre che caldissima, l’estate è anche del tutto secca, visto che da giugno a settembre non piove mai, e assolutamente trascurabili sono anche le piogge di maggio (6 mm) e ottobre (2). Da novembre ad aprile qualche perturbazione riesce a spingersi fino al 30°N, appena più spesso nel cuore dell’inverno, per cui abbiamo più di 15 mm/mese, fino ai 34 di gennaio, con un totale annuo di 149 mm.
Appena più settentrionale, Nasiriya (31,1°N), resa tristemente familiare agli italiani dall’attentato subito dai nostri militari nel novembre 2003, ha profilo termico e pluviometrico molto simile, con piogge ancora leggermente più scarse. Le temperature: gennaio 11,4°, aprile 23,6°, agosto 34,5° (luglio 34,4°), ottobre 26,0°, anno 24,1°. Piogge: 113 mm/anno, assenti da giugno a settembre, rarissime in maggio (7 mm) e ottobre (2), appena più significative da novembre ad aprile (dai 14 mm di febbraio ai 20 di dicembre e gennaio).
Eccoci a Baghdad (33,2°N), dove la distanza dal mare accentua la continentalità del clima desertico, con l’escursione stagionale che sale a oltre 25°. Queste le temperature medie: gennaio 9,4° (la media delle minime è sui 4°, abbastanza frequenti le gelate), aprile 21,6°, luglio 34,6°, ottobre 24,9°, anno 22,7°. Il caldo estivo (da giugno a settembre medie oltre i 30°) è intenso, ma più secco rispetto a Bassora. Piogge: 155 mm/anno, assenti da giugno a settembre, rarissime in maggio e ottobre (7 e 3 mm), più significative da novembre ad aprile (dai 19 mm di aprile ai 28 di febbraio).
Sia per il fatto di salire di latitudine, con un maggior numero di perturbazioni che riescono a “entrare”, sia per la maggiore vicinanza ai rilievi degli Zagros, al di la del confine iraniano, è netto l’incremento pluviometrico che osserviamo a Kirkuk (35,5°N, la città si trova in posizione decentrata verso est rispetto alla Mesopotamia), dove cadono 400 mm/anno. Non piove mai da giugno a settembre e ancora molto poco in maggio e ottobre (23 e 7 mm), ma da novembre (39 mm) ad aprile (52) le piogge sono abbastanza frequenti, raggiungendo un picco di 95 mm in marzo. Temperature: gennaio 8,6°, aprile 19,0°, luglio 34,9°, ottobre 24,0°, anno 21,7°.
Piovosità simile a Mosul (36,3°N), con 386 mm/anno e il solito profilo, dal secco totale di giugno-settembre, alle piogge scarse di maggio e ottobre (21 e 10 mm), fino a quelle comunque non abbondanti del periodo novembre-aprile (dai 45 mm di novembre ai 70 di marzo). Temperature: gennaio 7,0°, aprile 17,4°, luglio 33,3°, ottobre 20,9°, anno 19,9°. Vogliamo notare che solo luglio e agosto superano la soglia dei 30° di media e che le gelate invernali cominciano ad essere numerose, come pure le circostanze in cui i monti che coronano la città si imbiancano abbastanza spesso oltre i 1100-1200 metri in inverno. Raramente, la neve arriva anche in città, come per esempio è accaduto il 9 febbraio 2005.
E’imbarazzante parlare dell’Iraq, un paese ricco di storia, con numerosi siti archeologici, da Ur (la città natale di Abramo, presso Nasiriya) alla mitica Babilonia, passando per Ninive e Hatra (queste ultime due nel nord), e un patrimonio museale che rimane ricchissimo, anche dopo il saccheggio del Museo Archeologico di Baghdad, al termine della Seconda Guerra del Golfo, nell’aprile 2003. Finita quella guerra, le cronache di tutti i giorni non fanno altro che confermare che i problemi per il paese sono tutt’altro che risolti e sono molte le difficoltà di gestire l’occupazione di un paese tanto diviso, sia dal punto di vista etnico che religioso (l’Iraq è uno dei “prodotti” a tavolino della divisione dell’Impero Ottomano dopo la Grande Guerra).
Dicevo appunto dell’imbarazzo perché parliamo di storia intrecciata con l’attualità e le convinzioni personali dividono fortemente anche l’opinione pubblica del nostro paese. Personalmente credo che sia stato un errore l’intervento armato, in un paese che credo senta abbastanza estranei culturalmente gli occidentali che l’hanno occupato e che pure hanno permesso la caduta di una feroce dittatura, quella di Saddam Hussein, che ha trascinato nei decenni precedenti l’Iraq alla lunga guerra con l’Iran, quindi alla Prima Guerra del Golfo, dopo aver occupato sfidando la legalità internazionale il Kuwait. Questa guerra è costata carissima all’Iraq non tanto per il “durante” quanto per il dopo, con l’embargo che ha impoverito enormemente un paese ricco (è uno dei principali produttori mondiali di petrolio), scaricandosi però sulla povera gente incolpevole, più che sulla nomenklatura del Partito Baath.
Naturalmente non è davvero questo il periodo adatto per visitare un paese che in tempo di pace avrebbe molti motivi di interesse. Soprassediamo quindi alla consueta indicazione di siti Internet dove reperire informazioni utili per organizzare un viaggio, ricordando che digitando “Irak” o “Iraq” nei motori di ricerca si trovano numerosissimi riferimenti per aggiornarsi sulla situazione del paese, osservata sia dalla parte occidentale, o se preferite americana, sia da quella araba. Oltre ai citati siti archeologici, dobbiamo citare il fascino in larga parte perduto, dopo i bombardamenti, di Baghdad, una delle più vivaci capitali del mondo arabo, con bellissime moschee.
Culla di antiche civiltà, dai Sumeri agli Assiro-Babilonesi, l’attuale territorio dell’Iraq ha conosciuto per lungo tempo la dominazione persiana e in epoca romana è stata a lungo sotto i Parti, appena oltre i confini dell’Impero. La città di Hatra, a SW dell’attuale Mosul, è stata a lungo infatti testa di ponte asiatica verso l’Impero romano e centro di passaggio per le carovane che partivano da Palmira dirette verso Cina e India. Durante le numerose guerre contro i Parti, Roma cercò invano di conquistare la città (che ebbe il suo momento di massimo sviluppo tra II e III secolo d.C.). Oggi Hatra è sito archeologico inserito dall’Unesco nella lista del Patrimonio dell’Umanità.