Aggiorniamo pesantemente l’editoriale pubblicato domenica per sottolineare la variabilità e incertezza previsionale di questo periodo.
Questi giorni abbiamo avuto un repentino cambiamento meteo che ha portato temporali, nubifragi, un brusco calo della temperatura. Localmente il maltempo ha causato anche danni, e poi anche venuta la neve che ha imbiancato appena le cime appenniniche, ma che è caduta abbondante nelle Alpi centro orientali, soprattutto dove lo scorso Natale non c’era, e gli operatori turistici avevano preparato le piste da sci nonostante le temperature altissime.
Situazione che era stata vissuta anche nel Natale 2015.
Quello che viviamo è il meteo estremo, come è estrema la siccità che interessa l’Italia, che non avrà fine a Settembre, o quantomeno nei prossimi 10/15 giorni.
Ma potrebbe essere alleviata e non di poco da temporali sparsi frequenti, o magari da più organizzati ammassi nuvolosi forieri di pioggia ripetuti in un lasso di tempo breve.
Prospettare una previsione di fine a questo straordinario evento atmosferico non è possibile. Possiamo solo delineare che cosa servirebbe per abbattere la siccità che affligge tutta Italia ad eccezione delle Alpi e Prealpi, dove comunque c’è un deficit pluviometrico.
Le notizie che possiamo dare per i prossimi 10-15 giorni, analizzando le previsioni ufficiali degli elaborati dei Centri Meteo americani ed europei non sono affatto chiare, sottolineando la variabilità e incertezza dei periodi di transizione stagionale.
Persiste il sempre potenziale rischio che le Alte Pressioni ostacolino il passaggio incisivo delle perturbazioni oceaniche, ma appare anche la possibilità di avere piogge abbondanti in molte aree del Paese, specie nel Centro Nord Italia, anche oltre 100 millimetri i 10 giorni, ma anche nessuna pioggia.
Le piogge come quelle venute questi giorni in alcune zone fanno solo danni.
Ad esempio, nel grossetano, dove la media di piovosità è di circa 500 millimetri, in poche ore ne sono caduti 250 millimetri di pioggia. Seguendo la legge dei numeri, quella pioggia ha alleviato il deficit pluviometrico della zona, ma nei fatti non è così, perché le piogge violente causano una valanga d’acqua che rapidamente scivola via nei torrenti, e poi verso la via del mare. Di questa ben poca ne rimane per incanalarsi nelle falde acquifere, scese in tutta Italia di livello per la siccità che è iniziata oltre un anno fa.
Rammentiamo che i terreni arsi dal sole ed in condizioni di siccità sono impermeabili, e lo stato dei suoli dove ci sono stati gli incendi è ancor in peggior stato. Il suolo è passivo nell’assorbire l’acqua piovana, per aumentare il suo potenziale assorbimento sono necessarie piogge che bagnino i suoli, che riportino il verde nei prati, e piogge regolari e frequenti.
Domenica abbiamo voluto fare una stima della pioggia che potrebbe cadere nei prossimi 10 giorni, ma questo dato lunedì appare stravolto e riconferma il trend visto i giorni precedenti, che segnalava il ritorno delle piogge di inizio Autunno.
Insomma, lo spettro della siccità non è debellabile con un temporale, o con una serie di nubifragi, ma forse siamo avviati verso un’attenuazione dell’evento, sempre che i mesi successivi siano piovosi almeno nella norma.