Un sistema di fronti occlusi attraversa l’intero quadrante nord-occidentale atlantico. Parte da Danny, vortice depressionario a 994 hPa, la scia occlusiva che si accinge ad avvolgere le Isole Britanniche e lo Stretto della Manica.
Sui fiordi norvegesi, invece, trova rifugio il ciclone Heiko (982 hPa), da cui si estende il lungo fronte freddo che, attraversando l’intera Francia, bussa alle porte italiche.
Sull’Italia centrale si nota una lieve ondulazione barica a 1014 hPa capace di apportare un minimo cambio circolatorio all’interno della vasta distesa altopressionaria subtropicale.
Alta pressione ormai ben radicata imperversa sull’Europa dell’Est. Il suo picco a 1027 hPa trasla verso i confini nord-occidentali russi, isolando sempre più la depressione a 1013 hPa in naufragio sul Mar Nero.
Le due strutture cicloniche sopraccitate, con annessi fronti minacciosi, spiccano all’osservazione satellitare.
Quella Britannica mette in mostra tutta la sua compattezza sovrastando l’intera Corona e sconfinando in pieno Benelux. Il forte vento associato accompagna su questi territori le piogge spesso di forma temporalesca.
Quella norvegese, defilata dalla scena satellitare, estende il suo fronte freddo al centro del Continente, affondando i colpi sulla Francia meridionale e sull’Arco Alpino, settori in cui diviene più aspro lo scontro con la rovente massa nordafricana in giacenza sopra il Mediterraneo.
I valori geopotenziali sull’Italia del nord tendono a decrescere, mostrando la debolezza di una struttura anticiclonica in pieno possesso dei versanti centro-meridionali mediterranei.
Nel vasto mare anticiclonico di levante, spiccano le nubi instabili dell’Ucraina meridionale, luogo di piogge in fase di esaurimento.