Sebbene l’origine sia messicana, il tabasco si produce negli Stati Uniti, in Louisiana ed esattamente ad Avery Island, laddove è presente il terreno dove ha sede la storica fabbrica che produce da ben 150 anni il tabasco.
Avery Island è una collina circondata da paludi in mezzo alla pianura e rischia di scomparire. Il motivo è strettamente correlato al cambio climatico, in quanto l’acqua del mare sta raggiungendo le paludi d’acqua dolce facendo sprofondare, per l’erosione indotta dal sale, il terreno dove si erge l’azienda.
Il territorio di Tabasco è un’area vulnerabile i cui impatti più importanti dei cambiamenti climatici sono le inondazioni, le variazioni della costa e gli aumenti di temperatura. A questo si aggiunge la salinizzazione del territorio in alcune aree costiere, con conseguente squilibrio negli ecosistemi.
L’allarme è stato lanciato in una pubblicazione sul Guardian. Ad Avery Island, che a dispetto del nome non è isola, si sono iniziate a coltivare ben 150 anni fa le piante di peperoni piccanti che sono alla base della salsa Tabasco, oggi così diffusa a livello mondiale.
Negli anni ’60 l’azienda spostò la coltivazione delle semine nei paesi del Sud America ma i peperoni continuano a tornare sull’isola di Avery, ancora oggi sede dell’azienda, in modo da farli invecchiare in barili di quercia per tre anni.
Ora le paludi di Avery Island si stanno ritirando di circa 9 metri all’anno a causa delle infiltrazioni di acqua salata che penetra attraverso i canali scavati dall’industria petrolifera e del gas. E il livello della terra sta via via affondando, per l’erosione del sale. Effetto, questo, di un oceano riscaldato che sale inesorabile.
Il rischio concreto è che l’isola diventi presto inagibile per poi scomparire del tutto. Costringendo, così, l’azienda di Tabasco a spostarsi. I cambiamenti climatici stanno compromettendo le produzioni di cioccolato, caffè o zucchero. Ora un altro pezzo del sistema produttivo alimentare rischia di sparire.