Questa mattina i modelli, americani ed europei, sembrano concordare sulla possibile evoluzione del tempo sulla zona dell’Artico Russo.
Al contrario dello scorso anno, quando tutta l’area era interessata da mite clima atlantico, stavolta un’intrusione di correnti artiche sarebbe in grado di portare, sulla zona, isoterme attorno ai -30/-35°C ad 850 hPa (circa 1400 metri di quota).
Tutto ciò grazie alla posizione dell’Anticiclone Scandinavo, che, bloccando l’ingresso dell’aria mite atlantica, permette l’ulteriore raffreddamento della zona artico – siberiana, nonché la formazione di una profonda saccatura in quota.
Essa raggiungerebbe geopotenziali di 4840 metri al livello della 500 hPa, con temperature attorno ai -50°C.
Le corrispondenti temperature di superficie potrebbero raggiungere valori di 40-45°C sotto lo zero attorno alla Penisola di Kara, e poi sull’Artico Russo settentrionale, la zona Russa europea settentrionale, e la zona degli Urali.
Si tratta di valori non eccezionali di per sé, ma del tutto insoliti per la terza decade di dicembre, in quanto valori simili si toccano, in zona, generalmente tra Gennaio e Febbraio, e neanche tutti gli anni.
Come detto, è un’evoluzione sulla quale sono concordi tutti i modelli matematici, anche se c’è chi intensifica il freddo, e chi invece lo riduce, ma sarà comunque un episodio di notevole portata anche per quelle zone abituate al gelo intenso.
Già questa mattina si sono visti nella zona cali di 20-25°C rispetto ad ieri, e le temperature minime sono scese fino ai -31,6°C di Muzi, ed ai -27,5°C di Pechora.
Difficile poi prevedere l’evoluzione di questa grande massa d’aria fredda al suolo.
Potrebbe essere spazzata via dalle incipienti correnti atlantiche, oppure, vista la sempre perdurante tendenza anticiclonica ad espandersi verso settentrione, potrebbe anche scendere in direzione del nostro Continente.
Solo le mappe modellistiche dei prossimi giorni potranno fare chiarezza su questo punto.