In Bangla Desh il numero dei morti causati dal ciclone Sidr è salito a 1723, secondo quanto diramato dalle fonti ufficiali sabato pomeriggio. Si tratta di una terribile catastrofe per il paese del sudest asiatico, purtroppo non nuovo a disastri naturali. Le onde giganti associate allo “storm surge” hanno distrutto migliaia di case sulla costa meridionale del paese, l’area dove si è registrata la maggior parte delle perdite umane. Il bilancio è ancora impreciso e tale resterà ancora a lungo, essendo le comunicazioni nel paese, soprattutto nelle zone più colpite dall’evento, molto difficili. Il timore espresso dalle autorità di Dacca è che le vittime possano essere molte migliaia, perchè i soccorritori, esercito e volontari, non sono ancora riusciti a raggiungere tutte le zone, in particolare molte piccole isole, dove il tifone ha spazzato via interi villaggi. Migliaia sono i feriti e i senzatetto e molti raccolti sono andati perduti.
Il ciclone, lasciato il Bangla Desh, ha poi colpito, seppure sceso allo status di tempesta tropicale, il nordest dell’India, dove le piogge torrenziali hanno provocato allagamenti e smottamenti, nonché gravi danni alle reti elettrica e telefonica, come pure alle colture agricole. Il ciclone ha investito gli stati indiani di Assam, Mizoram, Megalaya e Tripura, colpiti da intense piogge, sovente accompagnate da temporali. Almeno 20 i feriti e 800 le abitazioni distrutte nel Tripura, che confina con il Bangla Desh orientale. Cherrapunjee, Shillong e Agartala hanno registrato, tra le 8.30 di giovedì e la stessa ora di venerdì, rispettivamente 155, 138 e 100 mm di pioggia. Nelle successive 24 ore, ulteriori 62 e 19 mm sono caduti su Cherrapunjee e Shillong. A proposito di Cherrapunjee, osserviamo che la località alle pendici dei Monti Khasi, nel Megalaya, ha registrato ben 12650 mm da inizio anno.
Nel Pacifico Meridionale, Guba continua a muoversi lentamente sul Mar dei Coralli, tra la Papua-Nuova Guinea e il Queensland. Alle 12 GMT di sabato, la tempesta era scesa allo status di “tropical storm”, con venti sostenuti fino a 92 km/h, centrata a 11,8°S 147,7°E. Guba si spostava lentamente verso sud-sudovest, cosa che dovrebbe continuare a fare nei prossimi giorni, mantenendo inalterata la propria forza. Almeno fino a tutto lunedì, Guba rimarrebbe così in mare aperto, mentre solo martedì potrebbe iniziare ad interessare le coste della parte orientale della Penisola di York.
Più a ovest, nell’Oceano Indiano Meridionale, Lee è anch’essa una tempesta tropicale, ma più debole di Guba e ancora più lontana da terre emerse. Alle 6 GMT di sabato, era centrata a 11,8°S 87,4°E, con venti sostenuti fino a quasi 75 km/h. Lee si spostava verso sud-sudovest, lungo una traiettoria che non ha terre emerse nel mirino.