Il Portogallo è alle prese con una drammatica siccità. A causa di una zona di alta pressione persistente sull’area, le precipitazioni tra settembre e dicembre sono state le più scarse da 15 anni a questa parte. Il mese scorso sono state appena il 20% della media, tanto che in alcune regioni, secondo il servizio meteorologico nazionale portoghese, questo è stato il mese di gennaio più secco degli ultimi 103 anni.
Dall’inizio dell’anno non ha piovuto a Lisbona e ad Evora, città al centro della regione più colpita, quella di Alentejo (nel sud del paese). Se non ci saranno piogge entro la fine del mese, il Portogallo sarà ufficialmente in emergenza.
Le riserve idriche nella zona dell’Algarve (Portogallo del sud) sono infatti al 15 %; un po’ meglio nell’Alentejo (45 %) e nel nord del paese (60 %). Secondo il capo del dipartimento risorse idriche dell’istituto portoghese delle acque, proprio le riserve in buone condizioni hanno permesso alle regioni spagnole confinanti di affrontare con meno danni la situazione.
A subire le peggiori conseguenze sono gli allevatori: ogni giorno circa 40 pecore e 5 mucche muoiono di fame nell’Alentejo. I pascoli si sono prosciugati, al posto dell’erba rimane solo la terra spaccata. Contabilizzata in euro, la perdita è di 27 milioni di euro; 25 milioni sono stati promessi dal governo portoghese agli allevatori colpiti.
Se gli allevatori piangono, di certo gli agricoltori non ridono: oltre ai raccolti già persi, si teme che l’arrivo di un fronte d’aria fredda possa portare gelate che distruggerebbero le coltivazioni che si sono salvate dalla siccità.
Un’altra fonte di preoccupazione è data dal pericolo che il clima secco possa innescare devastanti incendi questa estate, come accadde nel 2003. Allora un’ondata di aria calda fu tra le cause dei fuochi che bruciarono il 10 % delle foreste portoghesi.