L’uragano Ivan, dopo aver devastato la Giamaica nelle giornate di venerdì e sabato causando danni incalcolabili e numerose vittime, sta ora interessando la parte occidentale di Cuba
Secondo la rete americana CNN ad oggi ha ucciso diciassette persone in Giamaica ed il totale dei decessi è salito a sessantadue includendo le vittime di Granada (in questo caso trentasette) e otto fra Venezuela e Repubblica Dominicana.
Si tratta di un triste conteggio, purtroppo inevitabile avendo dovuto fare i conti con un vero e proprio mostro. Il vento, infatti, ha sfiorato le 160 miglia orarie (quasi 260 kmh) con raffiche di molto superiori.
Nei precedenti articoli avevamo ricordato che il pericolo maggiore, in caso di uragano, è rappresentato dall’onda di marea che lo accompagna. Ne abbiamo avuto la conferma in Giamaica: delle diciassette vittime, nove sono annegate a causa della mareggiata in un cottage che si trovava nelle vicinanze della costa, mentre le rimanenti otto persone sono perite a seguito della caduta di alberi o crolli di strutture.
La tempesta, dopo un lieve calo di intensità coinciso con il passaggio sulla Giamaica, si è di nuovo rafforzata tornando al massimo grado della scala Saffir-Simpson, con venti sostenuti di 160 miglia orarie e una pressione minima di 914 mb.
A Cuba, paese che ha già dovuto subire un mese fa gli effetti di un altro uragano, Charley, un milione e mezzo di persone sono state fatte evacuare dalle zone costiere per essere riparate in aree più elevate. Per loro fortuna, contrariamente a quanto le previsioni lasciavano intendere fino a pochi giorni fa, non sono stati colpiti direttamente: il ciclone si trova più a ovest tanto che sta colpendo parzialmente anche le coste atlantiche del Messico, prontamente sfollate.
Ivan nei prossimi giorni dovrebbe indebolirsi ma sarà forse ancora di categoria 4 quando impatterà le coste sudorientali degli Stati Uniti. Per l’ennesima volta in questa intensa stagione degli uragani, le autorità della Florida saranno costrette ad evacuare parte della popolazione.
Vi daremo conto nei prossimi giorni dei danni che Cuba ha subito e delle prossime mosse della tempesta.
Ivan non è l’unica insidia nell’Atlantico. Nei giorni scorsi, prima che le cronache caraibiche ci costringessero a distogliere l’attenzione, seguivamo le vicende delle varie onde tropicali che muovevano dalle coste africane spingendosi nell’Atlantico.
Una di queste onde ha subito un approfondimento ed è diventata una “depressione tropicale”.
Il sistema, identificato come “undicesima depressione tropicale” formatasi quest’anno, presenta, infatti, una pressione minima centrale di 1010 mb ed è in grado di produrre venti di 30 miglia orarie (circa 50 chilometri orari) e violenti rovesci di pioggia. Da questo momento il National Hurricane Center la seguirà con attenzione emanando regolari bollettini.
Se dovesse ulteriormente potenziarsi, potremmo osservare la nascita di una “tempesta tropicale”, da quel momento verrà “battezzata” e si vedrà attribuito un nome.
Per il momento sembrerebbe seguire una traiettoria più settentrionale di Ivan. Anche questa diventerà un uragano? Lo capiremo nei prossimi giorni.