Mentre l’Europa ha visto il primo consistente calo termico dopo una prima metà del mese di Settembre eccessivamente calda, anche il Nord America, almeno la sua parte orientale, sta sperimentando la prima diminuzione delle temperature dell’incipiente stagione fredda.
Per la prima volta, nel corso di questa stagione, si è infatti sviluppata una depressione in quota sul settore nord orientale canadese, che, agendo in sinergia con un blocco anticiclonico sempre permanente tra la California e l’Arizona, ha permesso alla prima incursione di aria artica di portarsi verso sud, raggiungendo addirittura il Golfo del Messico.
Si tratta, ovviamente, di effetti attenutati, in quanto la stagione invernale vera e propria è ben lungi dall’iniziare.
Lo zero termico ad 850 hPa si è infatti mantenuto piuttosto distante dal confine con gli States, raggiungendo la parte settentrionale delle province del Quebec e dell’Ontario, ma già sulla Baia di Hudson sono comparsi valori termici di -12°C a 1330 metri di quota.
Un’isoterma di +4°C ad 850 hPa ha raggiunto la zona dei Grandi Laghi, e si fa strada verso lo Stato di New York, mentre una “lingua” di +10°C (sempre a 1500 metri di quota), sta scendendo rapida verso il Golfo del Messico, raggiungendo oramai la parte settentrionale del Texas.
Nello Stato canadese del Quebec, le temperature hanno subito un calo di quasi 20°C nel giro di 24 ore.
In complesso, le anomalie termiche registrate ieri sugli States raggiungono i 10-12°C in meno rispetto alla norma tra Tesax, Oklahoma, Arkansas, Kansas e Missouri, mentre ieri le anomalie positive resistevano sull’estremo lato nord orientale, fino appunto al calo termico di 15-20°C registrato questa mattina.
Temperature invece che resistono ben al di sopra della norma sul lato occidentale statunitense, di almeno 8-10°C tra California e Nevada, con “punte” di temperatura di +30°C ad 850 hPa registrate questa mattina sulla California settentrionale.
A Las Vegas, infatti, la temperatura massima è stata pari a +37,2°C, ed a Phoenix a +36,1°C.