In questa parte finale dell’anno le correnti atlantiche hanno a malapena mitigato gli scenari meteo sul Vecchio Continente, principalmente solo sulle nazioni direttamente affacciate verso l’Oceano. Sostanzialmente, abbiamo a che fare con un flusso atlantico troppo debole, reso ulteriormente più fiacco da un promontorio anticiclonico che si distende dal Mediterraneo Centrale all’Islanda, passando per la Gran Bretagna. Solamente la Penisola Iberica ha risentito del mite respiro atlantico, con temperature che hanno raggiunto punte di 18-19 gradi.
Il corridoio d’alta pressione fa da scudo alle più miti correnti atlantiche ed al tempo stesso custodisce l’azione artica, la quale resta la vera protagonista delle condizioni meteo sull’Europa Centro-Orientale e sui paesi scandinavi. Il fulcro gelido si trova sull’Europa Nord-Orientale, tra le zone baltiche, la Scandinavia e la Russia occidentale.
Non si sono misurate temperature tuttavia particolarmente gelide, ma nel frattempo un nuovo apporto artico è propagata nel corso della scorsa notte verso la Scandinavia meridionale, la Danimarca, i Paesi Bassi e le zone settentrionali della Germania: trattandosi d’aria artico-marittima, le temperature sono comunque risalite nei bassi strati, anche per via di un maggiore rimescolamento dell’aria.
Scenari decisamente più ideali al gelo da inversione su alcuni settori fra la Germania orientale ed il comparto danubiano: fra le temperature maggiormente eclatante, segnaliamo le punte di -18°C in Slovacchia e di ben -17°C a Praga, sulla Repubblica Ceca. Valori considerevolmente importanti, se si considera che su Mosca la temperatura non è scesa oltre i -12°C.