L’uragano Dennis alle 21 GMT di sabato 9 luglio era centrato a 25,7°N 84,6°W, quindi poco a ovest della Florida meridionale, accompagnato da venti sostenuti fino a 90 nodi (103 miglia orarie), che corrispondono alla categoria 2 della scala Saffir-Simpson (si entra nella categoria 3 con venti sostenuti oltre le 110 miglia orarie).
Per le 6 GMT di domenica 10 luglio il centro di Dennis era previsto a 27,5°N 85,8°W, ancora sulle calde acque del Golfo del Messico, con venti sostenuti rinforzati fino a 100 nodi (115 mph, categoria 3). In realtà l’uragano a quell’ora aveva raggiunto la categoria 4, con venti sostenuti fino a 125 nodi (143 miglia orarie), centrato a 27,8°N 86,1°W. Per le 18 dello stesso giorno festivo Dennis era previsto centrato a 29,6°N 87,4°W, ormai quindi vicino alle coste dell’Alabama, accompagnato da venti sostenuti ancora fino a 125 nodi, con raffiche fino a 150 nodi.
Brusco il ridimensionamento della tempesta previsto dopo il landfall. Per le 6 GMT di lunedì 11 luglio, Dennis dovrebbe posizionarsi a 32,0°N 89,0°W, tra Alabama e Mississippi, già declassato alla categoria 1 (venti sostenuti fino a 65 nodi, raffiche a 80 nodi), mentre alle 18 GMT, centrato a 34,5°N 90,0°W (nel nord del Mississippi, diretto verso il Tennessee), dovrebbe essere già diventato “tropical storm”, con venti sostenuti fino a 35 nodi (raffiche fino a 45 nodi), per diventare depressione tropcale, con vento sostenuto non superiore a 30 nodi, già alle 6 GMT di martedì 12 luglio. Successivamente, Dennis dovrebbe bruscamente cambiare traiettoria, iniziando a dirigersi dapprima verso nord-nordest, poi verso est-nordest, quindi verso gli USA nordorientali, ulteriormente indebolito.
Già nei giorni scorsi il Meteogiornale vi ha aggiornato sui movimenti di questo uragano, che ha causato almeno 20 morti tra Cuba e Haiti, ma ha anche lasciato 302 mm nei pluviometri di Kingston, in Giamaica, nelle 24 ore comprese tra giovedì mattina e venerdì mattina, ora locale.
Nel pomeriggio di sabato 9 luglio Key West, sulle Florida Keys, la collana di isole che si trovano a sudest della Florida, era senza corrente elettrica, battuta da vento intorno alle 70-75 miglia orarie (ma su alcune delle isole si sono superate le 100 miglia orarie) e “svuotata” di gran parte dei suoi abitanti, evacuati già durante la giornata di venerdì, segnata da piogge già intense (69 mm). Già evacuato tra venerdì e sabato anche parte del “panhandle” della Florida, ovvero della parte nordoccidentale dello stato.
La fascia costiera che dovrebbe subire le conseguenze più serie dal passaggio di Dennis, nel pomeriggio-sera di domenica, ora locale (ovvero nella notte su lunedì, ora GMT) è quella di Mississippi, Alabama e appunto del “panhandle” (manico di padella) della Florida. Già un uragano di categoria 2 abbatte alberi e distrugge molte porte e finestre, mentre un “categoria 3”, come è previsto Dennis al “landfall”, distrugge le case mobili, causa eventi alluvionali e suggerisce l’evacuazione di massa delle popolazioni dalle zone interessate al passaggio, dove ovviamente è stato già dichiarato lo stato d’emergenza. Sono previsti almeno 200 mm di pioggia nelle zone sopra indicate.
Noi scriviamo nel pomeriggio di domenica 10 luglio. In questa fase piogge piuttosto intense stanno interessando la Florida occidentale, dove nelle 24 ore precedenti le 12 GMT sono caduti 26 mm a St. Petersburg, A Key West nello stesso arco temporale sono caduti 79 mm, ma tutti entro le 4 GMT. Nel “panhandle”, Panama City, nelle stesse 24 ore, ha accumulato 42 mm, di cui 12 nelle ultime 6 ore, con pressione in forte calo (dai 1007 hpa delle 8 GMT ai 1001 delle 13 GMT) e vento rinforzato a 35 miglia orarie (raffiche a 45 mph).
Da notare che la Florida e gli altri stati sudorientali degli USA stanno ancora riparando i danni della tremenda stagione di uragani del 2004. Dennis sta seguendo un percorso simile all’ultimo uragano 2004, quell’Ivan che uccise almeno 90 persone tra USA e Caraibi e causò danni per 7 miliardi di dollari
La stagione 2005 degli uragani atlantici (che ufficialmente inizia il 1 giugno e termina il 30 novembre) è partita presto. Dennis è già la quarta tempesta ad avere avuto l’onore di essere “battezzata” con un nome, ma fino ad ora è di gran lunga la più intensa, avendo raggiunto anche la categoria 4 nei giorni scorsi. Il National Hurricane Center prevede che la stagione appena iniziata sia comunque “ricca” di tempeste violente.