L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le altre agenzie dell’Onu stanno incontrando ostacoli per soccorrere le popolazioni pakistane colpite dalle alluvioni, il cui bilancio è di 1.600 vittime, circa 300mila case distrutte, 14mila capi di bestiame morti e oltre un milione di ettari di campi coltivati distrutti.
L’UNHCR concentra la sua azione nel nord dove le alluvioni sono state più violente. Molte strade sono ancora bloccate, la sicurezza è ancora effimera, spesso i rifugiati ai quali è stata consegnata una tenda non trovano un posto asciutto dove montarla. L’organizzazione in collaborazione con il governo e gli enti umanitari fa di tutto per soddisfare il fabbisogno di cibo, ripari, medicinali e acqua, ma non è facile fare arrivare tutto questo in tempi brevi perché molte strade sono ancora impraticabili, soprattutto nella valle dello Swat, dove migliaia di persone sono irraggiungibili.
A oggi l’UNHCR ha fornito oltre 41mila teli di plastica, 14.500 tende da famiglia, 70mila coperte, 40mila materassi, 14.800 set da cucina, 36.600 taniche, 18.600 secchi di plastica, 17.700 zanzariere e 13,3 tonnellate di sapone. L’agenzia ONU sta per lanciare un appello d’emergenza per raccogliere ulteriori fondi per assistere le oltre 560mila persone colpite direttamente dalle alluvioni e spera nel ripristino in tempi brevi di pozzi, impianti igienici, cliniche, scuole e strade. La piena dell’Indo ha raggiunto il Sindh, nel sud del paese, dove preoccupa il livello molto alto alla diga di Sukkur, con minaccia di inondazione su Thul e Karampur, dove le autorità stanno evacuando circa 300000 persone. Stretto monitoraggio, più a valle, anche sulla diga di Kotri, pochi chilometri a monte di Hyderabad, città di 1,6 milioni di abitanti.
Ma quali sono le cause di queste devastanti alluvioni? Il Pakistan resta meno coinvolto rispetto all’India dalle piogge portate dal monsone estivo di Sud Ovest. Le medie pluviometriche di Peshawar, città del nord del paese, sono, in luglio e agosto, 42 e 68 mm, ma Drosh (m 1464), tra le montagne, riceve mediamente solo 25 mm in luglio e 28 in agosto, contro per esempio i 139 mm di aprile e i 78 di maggio. Non a caso, mentre la stagione delle ascensioni in Himalaya è la primavera (maggio in particolare), nel Karakorum le spedizioni programmano l’ascesa alle cime in genere per luglio (a maggio in Karakorum c’è ancora spesso maltempo portato dalle westerlies).
E’ possibile pertanto che le piogge eccezionali del nordovest del Pakistan siano non solo collegate al monsone, ma piuttosto all’anomala circolazione innescata dall’anticiclone piazzatosi sulla Russia europea, con le correnti perturbate costrette a girargli intorno, e sul suo lato orientale l’inevitabile affondo verso latitudini più meridionali del normale.