TUTTA COLPA DELL’EFFETTO SERRA? Finora le emissioni di CO2 sono ritenute le uniche (o maggiori) responsabili della riduzione dei ghiacci artici. E se vi fosse anche una causa di origine geotermica, oltre alle normali fluttuazioni climatiche? Lo stato di salute dell’Antartide è certamente migliore rispetto ai ghiacciai artici e questo pone certamente degli interrogative per comprendere le varie cause. Una spedizione scientifica, diretta dal dott. Robert A. Reves-Sohn della Woods Hole Oceanographic Institution e finanziata dalla NASA, ha realizzato delle scoperte che potrebbero rimettere seriamente in discussione il ruolo delle azioni umane nello scioglimento della calotta polare.
VULCANI IN ERUZIONE SOTTO I GHIACCI Telecamere robotizzate, inviate a 4000 metri sotto gli eterni ghiacci dell’Artico, hanno infatti rilevato una vivacissima attività vulcanica: sarebbero presenti così in profondità decine di vulcani che rigurgitano magma, alla velocità di 500 m/sec, in quelle gelide acque. Non è quindi escluso che la diminuzione della banchisa possa dipendere, almeno parzialmente, dall’attività di questi vulcani sottomarini e proprio quest’energia geotermica potrebbe essere la causa della notevole variabilità areale dei ghiacciai artici.
PROSPETTIVE TUTT’ALTRO CHE ROSEE Cosa ci dice tutto questo su ciò che ci attende in futuro? Niente di buono purtroppo: le conseguenze catastrofiche di uno scioglimento dei ghiacci artici potrebbero non tardare a presentarsi, a prescindere dalle cause più o meno antropiche. I segni sono già visibili in Alaska, dove l’aumento della temperatura e la riduzione dei ghiacci starebbero causando un movimento di faglie che fino ad ora erano state contenute proprio nel ghiaccio. In tutto questo contesto così dinamico, anche i capricci mostrati dal vulcano Eyjafjallajokull potrebbero essere collegabili al mutato equilibrio dei ghiacci in Islanda.