Lo studio è stato condotto presso l’Università Tecnica della Danimarca e basa le proprie conclusioni su 25 anni di osservazioni satellitari. La conclusione più importante a cui sono giunti i ricercatori è quanto scritto pocanzi, ovvero che l’aumento d’attività solare interrompere lo strato nuvoloso che ci sovrasta.
L’arrivo di un eruzione solare d’intensità media provoca una riduzione della copertura nuvolosa di circa il 2%, una percentuale equivalente a quelle milioni di tonnellate di acqua liquida scomparse dall’atmosfera.
E dal momento che le nubi influiscono sulla temperatura globale del pianeta, la ricerca rappresenta un passo importante nella comprensione della variabilità climatica in relazione alla copertura nuvolosa. Ciò che già sappiamo è che la Terra è sotto costante bombardamento di particelle provenienti dallo spazio (raggi cosmici). Le eruzioni solari violente sono in grado di espellere quei raggi cosmici dalla Terra per circa una settimana.
Lo studio dimostra che quando i raggi cosmici sono attenuati si ha una corrispondente riduzione della copertura nuvolosa.