• Privacy policy
  • Chi Siamo
  • Contatti
lunedì, 19 Maggio 2025
Meteo Giornale
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi
Meteo Giornale

La neve nel mondo (Parte II): i regimi della neve nelle pianure

di Andre Eid
01 Feb 2006 - 09:55
in Senza categoria
A A
la-neve-nel-mondo-(parte-ii):-i-regimi-della-neve-nelle-pianure
Share on FacebookShare on Twitter

L'eccezionale nevicata di Ventimiglia (Riviera Ligure) il 27 dicembre 2005. Foto di Pierangelo Fazio.
Riguardo i regimi della caduta di neve, ce ne sono vari tipi. Cerchiamo di vedere in che modo si possono classificare dando uno sguardo veloce a livello globale e mondiale.

Parlando delle pianure o delle quote basse (delle montagne tratteremo nella successiva parte dell’articolo), abbiamo le zone chiamate “marginali” dove la neve fa la sua apparizione in modo occasionale e fugace (si parla di pochi giorni all’anno come massimo). Invece il limite estremo della neve verso sud (nell’emisfero nord) può raggiungere latitudini molto basse soprattutto all’est dei continenti più che all’ovest degli stessi (la neve è stata segnalata a Tampico sulla costa orientale del Messico). Persino nel Sahara è possibile vedere nevicare a bassa quota, ma qui il fatto rimane occasionale (se non si tratta di montagne) non per la mancanza del freddo invernale ma per la mancanza di perturbazioni.

A livello mondiale, ci sono praticamente due tipi di regimi in queste zone marginali: le pianure delle zone a clima oceanico e quelle a clima mediterraneo. In realtà, nei climi mediterranei e per la mitezza dell’inverno, solo in questa stagione c’è la possibilità di vedere occasionalmente cadere la neve in pianura, invece nelle pianure a climi oceanici, dove comunque l’inverno rimane anch’esso mite (per l’effetto mitigatore degli oceani e delle correnti calde), c’è uno strano spostamento delle cadute di neve dall’inverno fino in primavera. Stagione che vede a volte affluire aria artica (Gran Bretagna e alcune zone esposte della Francia ad esempio…).

Tralasciando le zone oceaniche e andando verso est all’interno dei continenti, si passa poco a poco ai climi continentali dove in primo luogo si continua ad avere un massimo unico all’inizio o in pieno inverno, poi procedendo verso l’est dei continenti, iniziano ad emergere due massimi, uno all’inizio dell’inverno e un’altro alla fine dell’inverno. Man mano che il clima diventa continentale freddo, i massimi si distanziano di più tra di loro fino ad avere i massimi in autunno e in primavera creando così un minimo invernale molto più evidente, e tralasciando sempre naturalmente l’estate, stagione senza nevicate. Ma in fondo anche in queste zone i totali rimangono abbastanza bassi nelle pianure rispetto alle montagne della zona temperata, perché sono poche le perturbazioni che raggiungono quelle zone nella stagione fredda.

Anche nei poli, avremo lo stesso comportamento nel regime della neve dei climi continentali freddi. Con i massimi molto lontani l’uno dall’altro, essi inquadrano la stagione estiva che vede tornare la pioggia (ma spesso succede che non spariscono totalmente le cadute di neve persino in estate). Siccome in queste zone spesso le precipitazioni si concentrano in estate, avremo coefficienti annui di neve relativamente bassi rispetto al totale complessivo, anche se si raggiungono latitudini molto elevate (invece in quota si raggiunge sempre il coefficiente 100%).

Sempre all’interno dei continenti e nelle zone aride, sia temperate che fredde, anche se esiste la possibilità di avere caduta di neve per parecchi mesi, la quantità rimane esigua, e anche il numero di giorni con nevicate rimane sorprendentemente basso. Poiché mancano le perturbazioni.

Si evidenzia anche in modo chiaro come le pianure della Siberia abbiano mediamente meno quantitativi di neve rispetto a quelle del Canada. Poiché la prima è più estesa, più continentale e più lontana dalle perturbazioni. Si nota anche come le zone sub-polari abbiano più quantitativi di neve rispetto alle zone polari, che spesso sono più lontane dalle perturbazioni o più continentali.

Le zone temperate con inverno secco, non vedono spesso la neve in questa stagione, poiché oltre alla mitezza relativa d’inverno, non ci sono perturbazioni in atto in quella stagione. Cambia invece la situazione se si crea almeno un certo equilibrio di precipitazioni tra le stagioni, dando così un apporto invernale accettabile.

Infatti, è questo il caso della zona est del Nord America, dove la neve può raggiungere latitudini basse anche a causa dell’assenza di barriere montuose che bloccano l’aria tra nord e sud. La corrente del Labrador fornisce il freddo, e l’Altlantico fornisce l’umidità e le perturbazioni (senza parlare dei grandi laghi che creano anche loro un effetto simile). Quindi, oltre alla regione del Quebec in Canada che vede persino in pianura delle forti nevicate (alla latitudine di Milano!), esse si protraggono molto verso sud. Facendo sì che una città come Washington possa persino avere neve in aprile (alla stessa latitudine di Palermo!). Persino la Florida fa esperienza di neve.

Non succede così sull’altra sponda del Nord America dove c’è una certa analogia con l’Europa occidentale, infatti, le pianure “mediterranee” della California vedono poca neve, e persino oltre la frontiera canadese; solo proseguendo sulla costa verso l’Alaska si hanno forti quantità poiché le precipitazioni totali là sono proprio molto elevate come a Juneau ad esempio.

Nell’emisfero sud, visto che non ci sono tante terre nella zona temperata, si può dire velocemente che le coste del Cile, l’Argentina, l’Africa del Sud, il sud dell’Australia e la Nuova Zelanda conoscano poca neve a livello del mare (tranne l’estremo sud del Cile); ma emergono più verso sud regimi “originali” nelle isole tra i continenti e l’Antartide. Là succede spesso che nevichi e piova tanto tutto l’anno o almeno per parecchi mesi all’anno, senza che il manto diventi mai molto spesso. C’è una certa concordanza tra numero di giorni con neve e manto nevoso. Soprattutto qui, si trovano più giorni con nevicate che con manto nevoso. Ciò ci ricorda un pò le isole Faroe e persino un pò l’Irlanda e l’Islanda.

La neve nel mondo
Parte I: introduzione ai regimi della neve
www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12720

CondividiTweetCondividi
Prossimo articolo
tempesta-nello-ionio:-le-sembianze-con-un-ciclone-mediterraneo

Tempesta nello Ionio: le sembianze con un Ciclone Mediterraneo

Cerca in archivio

Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
gelo-in-svezia,-fitte-nebbie-in-polonia,-caldo-in-australia

Gelo in Svezia, fitte nebbie in Polonia, caldo in Australia

23 Ottobre 2012
anticiclone-delle-azzorre-in-propagazione-fin-sull’europa-orientale

Anticiclone delle Azzorre in propagazione fin sull’Europa orientale

20 Settembre 2007
meteo-con-caldo-africano-verso-l’italia:-durata

Meteo con CALDO AFRICANO verso l’ITALIA: durata

8 Ottobre 2019
il-polo-sud-batte-vostok

Il Polo Sud batte Vostok

1 Aprile 2007
Maggio 2025
L M M G V S D
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
262728293031  
« Ott    
  • Privacy policy
  • Chi Siamo
  • Contatti

Innovazione Scienza S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 10463560960- Milano (MI)
Credit immagini: le immagini utilizzate su questo sito sono con licenza e copyright di Adobe Stock, Canva, Shutterstock, Dreamstime e Freepik.

Nessun risultato trovato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Previsioni Meteo
  • Mappe
  • Diretta Meteo
  • Magazine
  • Viaggi

Innovazione Scienza S.r.l. unipersonale P.IVA/C.F. 10463560960- Milano (MI)
Credit immagini: le immagini utilizzate su questo sito sono con licenza e copyright di Adobe Stock, Canva, Shutterstock, Dreamstime e Freepik.