Quando arriva l’anticiclone africano, il caldo e l’afa raggiungono in genere livelli molto elevati, diventando un autentico incubo per molti italiani, soprattutto per quelli che non hanno la fortuna di potersi rifugiare al mare o chiudersi nelle proprie 4 mura domestiche trasformate in piccole “celle frigorifere” con l’ausilio degli impianti d’aria condizionata. In molti sono portati a pensare che le giornate più roventi e soffocanti sono anche quelle nelle quali il sole è più aggressivo e ci si può scottare con maggiore facilità.
Non è esattamente così: nelle situazioni in cui la bolla anticiclonica africana giunge prepotente sulle nostre regioni, in genere accade qualcosa sulla nostra atmosfera, in quanto vengono a sommarsi due effetti non così favorevoli alla penetrazione decisa dei raggi UV. Durante le persistenti fasi anticicloniche si verifica infatti un ristagno d’aria umida nei bassi strati, che contribuisce a diffondere ed assorbire maggiormente la radiazione solare, smorzandola un po’.
Abbiamo di recente approfondito il discorso sui raggi UV, per affrontarli nel modo migliore proteggendosi adeguatamente. Le nostre previsioni per ogni località da qualche tempo hanno una grande novità ed indicano, giorno per giorno, l’indice massimo previsto nell’arco della giornata, mentre nelle previsioni meteo del dettaglio giornaliero ([url=https://www.meteogiornale.it/2/previsioni-meteo/roma]esempio]/url]) viene indicato l’indice UV per ogni momento della giornata.
In quante occasioni è poi capitato un po’ a tutti di vedere, spesso nelle giornate di picco di calura, il cielo biancastro se non con tonalità quasi giallognole? Ebbene, si tratta della cosiddetta “cappa di afa”, spesso associata all’arrivo del pulviscolo sahariano, sospeso in atmosfera, trasportato dalle correnti nord-africane: questa polvere sabbiosa, in quanto composta da una miriade di minutissime particelle solide (vapor d’acqua allo stato gassoso), determina un’attenuazione ulteriore ed una “schermatura” all’arrivo delle onde luminose e dei raggi ultravioletti.
Le migliori condizioni per un’abbronzatura veloce (e potenzialmente più dannosa, senza adeguate protezioni) sono quindi, al contrario, quelle nelle quali l’atmosfera appare trasparente, con visibilità eccellente per merito dello scarso contenuto di aerosol (pulviscolo) e della bassa umidità relativa. Queste condizioni in genere si verificano, almeno qui in Italia, in condizioni d’avvezione d’aria dai quadranti settentrionali oppure a volte anche occidentali, che apportano quindi giornate limpide, ma mai eccessivamente calde.
Insomma, i giorni del solleone africano (con i venti meridionali), quelli che caratterizzeranno il prossimo periodo almeno al Sud, non sono proprio quelli ideali per un’abbronzatura rapida ed efficace. Tuttavia, chi si espone per le prime volte al sole dovrà essere in ogni caso molto prudente (compresi i fanatici dell’abbronzatura), soprattutto se l’esposizione avviene a lungo nelle ore centrali, senza adeguata protezione.