A lanciare l’allarme la Russia, evidentemente preoccupata dal fatto che la conquista della piattaforma Artica sta diventando l’obiettivo di molti stati: ciò genera conflitto d’interessi e si temono pertanto sabotaggi segreti da parte di nazioni concorrenti, senza che si riesca a risalire allo stato mandante di tali operazioni. A Washington non celano di considerare l’Artico il “nuovo campo di battaglia”. Come sottolineato da Dmitrij Rogozin, da tempo la NATO discute i piani di rafforzamento dei reparti militari e marittimi nella regione artica, che hanno lo scopo di garantire la sicurezza del traffico marittimo delle imbarcazioni commerciali.
In Russia è stato già approvato un documento sui “Principi della politica statale nell’Artico”. In conformità a tale documento verranno creati dei drappelli militari nella regione artica e verranno rafforzate le infrastrutture ed i confini. Gli esperti ritengono che il governo russo abbia deciso di creare un sistema unitario per tener sotto controllo la situazione nell’Artico, che comprende radar over-the-horizon (oltre l’orizzonte), drone senza pilota e navi equipaggiate con sistemi di ricognizione. Tutti questi strumenti individueranno qualunque tipo di oggetto, sia che si trovi in aria, sulla terra o nei ghiacci. Il sistema funzionerà a pieno regime nell’arco di qualche anno.