Nell’agosto 2010 gli incendi avevano divorato letteralmente per giorni e giorni la Russia, per quel che riguarda le foreste nei dintorni di Mosca: la Capitale venne afflitta per oltre due settimane da una coltre di fumo pazzesca, che limitò la visibilità costringendo i cittadini a munirsi di mascherine ed a stare chiusi nelle abitazioni. A favorire quella spaventosa dinamica di incendi eccezionali fu un’ondata di caldo estrema a dir poco storica per la zona, molto più eccezionale come entità rispetto a quella che colpì l’Europa nell’estate del 2003.
Ora un’altra ondata di caldo notevole sta assediando parte dell’Europa quasi da inizio mese: non siamo affatto in piena estate, eppure le condizioni climatiche si sono rivelate terribilmente favorevoli per gli incendi, a causa di una lunga fase siccitosa che si protrae da diverse settimane. Un incendio di vastissime proporzioni è divampato lunedì al parco naturale di Les Fagnes, nella parte orientale del Belgio, provocando inevitabili danni alla flora e alla fauna locali. Stiamo parlando di una zona assai pregiata, dove gli incendi costituiscono di certo un’assoluta rarità. Il caldo in Belgio ha raggiunto livelli eclatanti per gran parte della scorsa settimana, con temperature che hanno sfiorato i 30 gradi.