Gli oceani, anche nelle in fasce equatoriali, al di sotto dei 200-300 metri di provondità presentano temperature prossime allo zero, benchè la temperatura superficiale possa raggiungere i +29 o +30°C. Questo avviene grazie a complicati processi di correnti a livello globale.
Per comprendere ciò bisogna ricordare alcune cose: l’acqua dolce raggiunge la sua massima densità alla temperatura di +4°C, al di sotto della quale la densità diminuisce nuovamente e il volume specifico aumenta fino a raggiungere gli zero gradi, allorchè solidifica formando ghiaccio che, risultando meno denso dell’acqua, galleggia su di essa.
L’acqua marina invece, essendo più ricca di sali, ha una temperatura di congelamento più bassa rispetto all’acqua dolce, che si aggira attorno ai -2°C. Al calare della temperatura di congelamento, si abbassa anche il valore termico a cui l’acqua ha la sua massima densità. Quest’ultimo però diminuisce più velocemente della temperatura di congelamento.
Le grandi correnti oceaniche hanno origine nelle banchise polari, dove l’acqua è salata e ha una temperatura di congelamento di -2°C e, grazie al grande freddo presente a quelle latitudini, la superficie del mare gela. Ghiacciando l’acqua salata si priva del sale, che precipita, aumentando la salinità dell’acqua residua al di sotto della banchisa.
A questo punto l’acqua così concentrata in sali, aumenta la sua densità (di conseguenza anche il peso a parità di volume) e la temperatura di congelamento scende ulteriormente. Pesando di più dell’acqua circostante, questa si inabissa, andando ad arricchire la zona di acque gelide e salatissime presenti sul fondo. A sostituire l’acqua inabissatasi interviene quella più temperata e meno salata richiamata dalle fasce equatoriali, mentre quella fredda e molto salata, tenderà a dirigersi (sempre muovendosi sul fondo marino) verso l’equatore. Queste due fasce dalle caratteristiche diverse subiranno rimescolamenti minimi, consentendo alle acque polari di giungere, con temperature praticamente invariate, anche nella zona equatoriale.
Grazie a questo processo hanno origine le varie correnti marine e ciò aiuta in parte la Corrente del Golfo, che vieneè innescata dagli alisei ma che continua il suo fluire, dopo il 60° parallelo, grazie al richiamo di acque superficiali effettuato dalla banchisa polare.
Il Mediterraneo, nonostante possieda fosse profonde anche 4000 metri ha una temperatura del fondale sempre prossima ai +13°C , con gradiente verticale, tra superficie e fondo, quasi nullo nei mesi invernali. Esso aumenta sensibilmente nella stagione estiva, allorché lo strato superficiale si
riscalda velocemente, raggiungendo valori prossimi ai +25°C e creando un salto netto, tra le due masse d’acqua detto termoclino.
Il Nostro mare però è collegato all’Oceano Atlantico dallo stretto di Gibilterra. Questo collegamento teoricamente permetterebbe all’acqua gelida e salata, presente nel fondo dell’oceano, di penetrare all’interno del nostro mare, rendendo la temperatura del fondale del Mediterraneo uguale a quella degli oceani. Ciò non avviene perché lo Stretto di Gibilterra è profondo solamente 320 metri e consente solo scambi di acque superficiali con il vicino Oceano, impedendo all’acqua gelida, che rimane sotto i 300 metri, di penetrarvi.