L’evento atmosferico principale che si nota nell’analisi del getto a 300 hPa, è la configurazione di blocco assunta da un anticiclone posizionato sul Mare di Bering.
Qui il Getto Polare compie uno stretto giro, risalendo rapido verso il polo, per poi dirigersi verso sud, investendo l’Alaska, e, con componente da nord-ovest, investe poi la parte centro-orientale degli States, portandosi quasi fino alla latitudine della Florida.
Qui confluisce col getto subtropicale, il quale, scorrendo rapido seguendo i paralleli, da ovest verso est, nel Pacifico, risale poi all’altezza della California verso nord, portandovi maltempo, ma clima mite, e poi unendosi alla discesa del Getto Polare verso sud, all’altezza del Montana, circa.
Il Canada Orientale è sede di una depressione fredda, che giunge fino alla zona dei Grandi Laghi.
Dalle Coste Orientali statunitensi, la Corrente a Getto riprende il suo percorso rapido verso ovest, e viene deviato verso nord da una depressione che ha sede ad NW dell’Inghilterra.
Così facendo, trasporta aria molto mite verso l’Islanda, e, di seguito, si divide in due rami.
Il primo è un getto da nord-ovest, freddo, che percorre l’Europa Centrale fino al nostro Arco Alpino, portando le nevicate che stanno investendo l’Austria.
Il secondo ramo scende diretto dalla Scandinavia verso la Turchia, ove ha determinato la formazione di una circolazione depressionaria a carattere freddo.
Insomma, il cuore dell’Inverno è rimasto bloccato a nord delle Alpi, ed è scivolato ad est verso la Turchia.
Il getto polare, poi, si fa debole sulla Siberia Centrale, dove, comunque, è presente una gelida depressione in quota, mentre dal cuore del Sahara riprende vigore il Getto subtropicale, che attraversa l’Afganistan, la Cina, e poi prosegue la sua corsa sul Pacifico.