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Tregua per il nordovest e generale raffreddamento domenica

di Giovanni Staiano
05 Dic 2003 - 06:45
in Senza categoria
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Rappresentazione sintetica del tempo che farà nel fine settimana. Elaborazione MTG. Nella foto, Belluno, il Palazzo dei Rettori e la Torre Civica (fonte www.webdolomiti.net)
Pioggia, tanta pioggia nei primi giorni di questa settimana sulle regioni del nordovest e, a tratti, sulla Sardegna, comunque non alluvionali come sono invece state nel sud francese, con la neve relegata, a parte la fase iniziale dell’evento, solo a quote elevate (1500-1600 metri). Insieme alle piogge infatti il protagonista della settimana, e questa volta in tutto il paese, è stato lo scirocco e le conseguenti temperature molto elevate per la stagione, con massime spesso superiori ai 20° anche al centro.

Non sono transitati minimi sull’Italia, che si è trovata invece sul bordo orientale della depressione, divenuta poi goccia fredda, posizionata tra Iberia, Baleari e Linguadoca, con le nubi quasi stazionarie che risalivano dal mare verso il settore nordoccidentale e un elevato gradiente barico, con anche 15 hpa di differenza tra Ajaccio e il nordest italiano a dare vigore al flusso sciroccale. La saldatura tra le alte azzorriana e balcanica ha come detto mandato in cut-off la depressione e ora sta sospingendola verso ovest, con conseguente miglioramento del tempo sull’Italia, dopo le ultime piogge di ieri, giovedì. La giornata di oggi, venerdì 5 settembre, sarà quindi in prevalenza soleggiata e ancora mite un po’ su tutta Italia.

Ora la parte “azzorriana” della struttura anticiclonica sta spostando verso nord il suo baricentro. Domenica 7 dicembre l’anticiclone oceanico dinamico si sarà espanso lungo i meridiani fino a raggiungere le Isole Britanniche, andando in cut-off e isolando un vortice anticiclonico ben strutturato a tutte le quote, dai notevoli valori barici (oltre 1035 hPa al suolo). Un ramo piuttosto intenso della Corrente a Getto Polare, in arrivo dal Nord Atlantico, sarà costretto ad aggirare tale campo anticiclonico, per poi irrompere su Russia e Stati Baltici, ove produrrà un’intensa onda di Rossby, la quale, in seguito al deciso abbassamento di latitudine dal fronte polare, investirà rapidamente l’Europa orientale. Il minimo, secondo le ultime elaborazioni, dovrebbe posizionarsi tra Mar Ionio e Grecia (per andare in cut-off lunedì 8), richiamando verso il Mediterraneo centro-orientale una serie di impulsi d’aria gelida direttamente dall’Artico Russo. Il nucleo più intenso investirà i Balcani, ma una notevole avvezione fredda interesserà tutta la nostra penisola, specialmente le regioni nordorientali quelle adriatiche e le ioniche, tanto che su sud Marche, Abruzzo, Molise e Gargano potrebbero verificarsi domenica e lunedì deboli nevicate fin sulle coste.

Sabato 6 dicembre al nord giornata di sole con qualche banco di nebbia la notte e al mattino. In serata aumento della nuvolosità sull’arco alpino orientale in estensione alle pianure venete, friulane e all’Emilia-Romagna, con bassa probabilità di fenomeni, eventualmente sparsi e di breve durata. Neve nella notte sulle zone di confine con l’Austria. Temperatura in calo dalla serata, venti dapprima deboli variabili, in seguito in rinforzo da NNE.
Giornata con cielo poco nuvoloso su Sardegna, Toscana e Lazio, quasi sereno sulle altre regioni centrali. Tra il tardo pomeriggio e la sera peggioramento su Marche ed Abruzzo, quindi anche sul Molise, con rinforzo del vento, inizialmente debole variabile, da nord. Temperatura in calo dalla tarda serata.
Abbastanza soleggiato al sud con qualche annuvolamento su Campania e Calabria. Verso sera peggioramento su tutte le regioni con nubi in aumento, in particolare su Campania, Basilicata e Puglia. Temperatura in leggera diminuzione, venti da deboli a moderati da NNW.

Domenica 7 dicembre al nord mattinata con nuvolosità irregolare su tutte le regioni ma con ampie schiarite su Valle d’Aosta e Liguria; qualche fiocco di neve non escluso su pianura veneta, friulana ed Emilia-Romagna. Nevicate mattutine sulle zone di confine con l’Austria. Nel pomeriggio miglioramento con ampie schiarite ovunque, salvo residui annuvolamenti sulla Romagna. Temperatura in forte diminuzione, anche di 7°-8°C rispetto alle 24 ore precedenti. Intensi venti settentrionali.
Su tutte le regioni centrali al mattino nuvolosità irregolare con possibili rovesci, più probabili e frequenti su Marche, Abruzzo, Molise, Umbria ed entroterra laziale, nevosi dapprima oltre i 500 metri, ma con quota neve in calo. Con il passare delle ore ampie schiarite su Toscana e Lazio, ancora tempo instabile con rovesci nevosi sin sul litorale su Marche, Abruzzo e Molise. Sulla Sardegna tempo abbastanza soleggiato, con addensamenti sulla parte est. Temperature in sensibile calo, anche di 8°-9°C rispetto alle 24 ore precedenti. Venti forti di tramontana (maestrale sulla Sardegna occidentale).
Sulle regioni meridionali tempo instabile con rovesci anche temporaleschi e possibili nevicate su Basilicata, Puglia ed entroterra campano, dapprima sui 5-700 m, ma in calo, con nevicate deboli e sparse fino sulla costa adriatica. Temporali su Sicilia (neve oltre 8-900 metri) e Campania. Forte e brusca diminuzione della temperatura, soprattutto nella seconda parte della giornata. Venti settentrionali da moderati a forti, a tratti raffiche molto intense.

Lunedì 8 dicembre ancora tempo instabile sul medio Adriatico e al sud con possibili rovesci, nevosi anche a quote prossime al litorale, segnatamente lungo le regioni adriatiche e ioniche, sul resto d’Italia spesso soleggiato ma ancora freddo e nelle prime ore ventoso. Valori minimi ancora in calo, salvo che in quota, ripresa delle temperature massime su NW, ovest Sardegna e Toscana.

DOVE ANDIAMO
Il weekend dell’Immacolata segna tradizionalmente l’apertura della stagione degli sport invernali, anche se diverse stazioni alpine l’hanno anticipata grazie alle nevicate novembrine, per cui ci sembra il caso di dedicare a una città montana il nostro weekend. Belluno è il capoluogo più elevato del Veneto, posto a 383 metri su una terrazza rocciosa alla confluenza dell’Ardo nel Piave, in bella posizione con a nord le Dolomiti agordine e a sud la catena delle Prealpi bellunesi. La montagna e il suo legno hanno sempre segnato la cultura e le tradizioni cittadine: bellunesi erano gli zattieri che fluitavano il legno di abete fino a Venezia e bellunese era l’artista del legno Andrea Brustolon.

Il tempo sabato sarà inizialmente bello e abbastanza mite a Belluno, ma nel pomeriggio/sera vi sarà un aumento della nuvolosità e della ventilazione settentrionale. Temperature minima/massima previste per il 6 dicembre: -1°/9°. Domenica si aprirà con nuvolosità irregolare e vento moderato settentrionale che acuirà la sensazione di freddo, vento che però andrà attenuandosi nel pomeriggio/sera, mentre il cielo tornerà sereno. Temperature minima/massima -2°/4°-5°, ma la minima su lunedì, con il calmarsi del vento, precipiterà a -7°/-8°.

Prima del 1404, quando si dette volontariamente a Venezia, Belluno aveva già vissuto una lunga storia, da quando Belunum era stato municipio romano della tribù Papiria, passando per il periodo a cavallo del 1000, in cui erano i vescovi a detenere il potere, prima del periodo comunale e di una fase con frequenti passaggi di potere fra le signorie dei Trevisani, degli Scaligeri, dei Visconti e di molte altre. Dopo il passaggio sotto Venezia la città subì un profondo riassetto urbanistico, con la ricostruzione del Duomo, l’abbellimento di Via Mezzaterra, la costruzione di Santo Stefano. Belluno seguì la sorte di Venezia anche nel periodo napoleonico e in quello del dominio austriaco (1813-1866), per subire, poco dopo l’unione all’Italia un grave terremoto (1873).

I piatti bellunesi sono un innesto di cucina montanara sulla base gastronomica veneta. Caratteristici gli gnocchi alla cadorina, i casunziei (ravioli con zucca, barbe rosse o spinaci, prosciutto e cannella), la lasagne di fornel, il riso alla lamonese con i fagioli di Lamon, il pastin (macinato di manzo e maiale cotto nel vino), lo schiz (formaggio alla griglia), le costolette di agnello di Alpago (presidio Slow Food), nonché i piatti di selvaggina.

Centro monumentale della città è Piazza Duomo, su cui affacciano il Palazzo dei Rettori (rinascimentale, notevole la Torre dell’Orologio del 1549), il Museo Civico, che custodisce reperti archeologici e opere di artisti bellunesi, la Torre Civica (unico resto dell’antica struttura del rimaneggiatissimo Palazzo dei Vescovi-Conti), oltre ovviamente al principale edificio religioso cittadino. Il Duomo fu costruito nelle forme attuali nel ‘500. Conserva dipinti di Cesare Vecellio e Palma il Giovane. Notevole il Campanile, alto 67 metri, opera di Filippo Juvarra (1743).

In centro merita fare un salto in Piazza del Mercato (o delle Erbe; al centro fontana di San Lucano, del 1410) e nella suggestiva Via Mezzaterra, già asse del “castrum” romano, caratteristica per i palazzetti di stile veneziano.

Piazza dei Martiri, popolarmente il Campedel, dal 5 dicembre al 6 gennaio è lo scenario del Mercatino di Natale. Vi si arriva dal centro storico passando per l’antica Porta Doiona. Sulla Piazza affacciano palazzi dei secoli XVIII e XIX e la Chiesa di San Rocco. Più bella la Chiesa di S.Stefano, gotica, con sculture di Andrea Brustolon. Fuori porta Villa Buzzati, con l’annessa chiesetta dove è sepolto il famoso scrittore, che a Belluno era nato.

Fra i primati di Belluno, la più alta densità italiana di fontane e di monumenti agli alpini, compreso uno “al mulo e al suo conduttore”. Solo una ventina di anni fa erano 3.000 gli alpini di stanza in città, dove aveva sede la storica Brigata Cadore. Il suo scioglimento nel 1997 fu un trauma, anche economico, per la città, la cui economia è comunque ben salda, grazie alle industrie di occhiali ed elettrodomestici.

Impianti da sci si trovano già nel territorio comunale, al Nevegal, comprensorio che conta 40 km di piste e due anelli per il fondo, penalizzato in parte, malgrado l’ampio ricorso all’innevamento programmato, da mancanza di neve per la bassa quota (il Col Visentin, tetto del gruppo, tocca quota 1763). Risalendo il Piave, superata Longarone ricostruita dopo il dramma del Vajont di 40 anni fa, troviamo Pieve di Cadore, patria di Tiziano, la cui casa natale è un piccolo museo di cimeli.

Lasciato il Piave, risalendo il corso del Boite, si giunge presto alla magnifica conca di Cortina d’Ampezzo, incorniciata dallo scenario dolomitico del Sorapis, del Cristallo, delle Tofane, del Pomagagnon, sulla cui fama internazionale come centro di villeggiatura e di sport invernali, oltre che come punto di partenza della celebre Grande Strada delle Dolomiti, è superfluo dilungarsi.

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