Dopo le alluvioni, riappare il sole in Liguria, ma quanto durerà? Se fino ad un paio di giorni fa i modelli di previsione mostravano la possibilità di un periodo abbastanza lungo senza piogge e dominato dai venti secchi e freschi da est, ora appare invece più probabile il ritorno delle perturbazioni fra circa una settimana. Ma di quel che sarà lo vedremo a tempo debito, ora vogliamo analizzare l’incredibile ultimo mese e mezzo ligure cominciando però da un approfondimento sull’ultimo episodio alluvionale di sabato 15 novembre.
Perché l’ultima alluvione ha avuto caratteristiche differenti rispetto alle precedenti di quest’anno ed anche a quelle del 2010 e 2011. Non è derivata infatti da una prolungata fase prefrontale, bensì i temporali intensissimi si sono scatenati immediatamente prima del transito del fronte, esaltati da una zona di convergenza al suolo tra correnti umide meridionali e la tramontana che giungeva dal basso Piemonte, e dall’orografia locale.
A cominciare dalla notte è stato colpito un po’ tutto il ponente ligure, con piogge di rara intensità per zone che hanno medie pluviometriche annuali tra 700 e 900 mm. In poche ore, in una fascia che da Imperia arriva fino a Savona, sono caduti fino ad oltre 200 mm (i massimi nella zona di Albenga), superando i 100 mm anche nell’estremo ponente.
Lo sviluppo dei temporali, su un’asse sud-ovest/nord-est, si è avuto lungo la costa e l’immediato entroterra, salvando parzialmente le zone più interne, e ha continuato a procedere verso nord, prendendo in mattinata Savona e la costa tra Savona e Genova. Su Savona a fine giornata cadranno 220 mm di pioggia, un evento raro per il capoluogo ponentino.
Ma mentre su Savona cadeva il diluvio, il disastro si compiva più a nord, al limite occidentale del comune di Genova, dove la valle del torrente Cerusa veniva investita da un nubifragio intensissimo. La stazione meteo comunale, posta nella località di Fabbriche, cessava di trasmettere i dati quando l’accumulo di pioggia sfiorava i 300 mm. Grande devastazione nella valle: una casa parzialmente demolita a Fabbriche, frane, fango ovunque, e varie frazioni isolate. La stazione dell’ARPAL di Fiorino registrerà 290 mm di pioggia. Le precipitazioni risulteranno intensissime su tutto il crinale compreso tra Savona e il Passo del Turchino, con 260 mm a Ellera, 280 a Urbe e Piampaludo, quasi 300 a Mele (tutti dati ARPAL) e quasi 370 a Masone (stazione rete LIMET). Ma gli accumuli a fine giornata saranno ingentissimi anche sulla costa, con 200 mm a Varazze, 225 ad Arenzano e, già in territorio comunale genovese, 193 mm a Voltri, 187 a Pra, 200 a Pegli, 216 a Sestri (175 a Sestri Aeroporto).
Ma mentre verso metà mattina i diluvi più intensi cominciavano ad abbandonare il ponente genovese, veniva invece investita la Val Polcevera. Anche in questo caso le piogge maggiori hanno interessato i crinali a ridosso della costa: 284 mm a San Carlo di Cese, 285 sul Monte Pennello, 274 a Scarpino; per esplodere definitivamente nella zona dell’Alta Val Polcevera attorno al Passo dei Giovi: 361 mm ai Giovi, 356 a Genova-Pontedecimo, circa 360 a Mignanego, fino a 380 nel comune di Ceranesi.
Ed ecco spiegate “anche” da questi numeri le alluvioni di Busalla (al di là del Passo dei Giovi) e di tutta la zona alto polceverasca con ripercussioni anche sulla media e bassa valle.
A dispetto delle notizie circolate inizialmente, non è stato il Polcevera ad esondare, se non in un piccolo tratto a ridosso della foce, bensì i tanti torrenti e rii che solcano la valle, sia nella parte alta (Pontedecimo, Mignanego, Ceranesi, Campomorone, Serra Riccò) che in quella medio-bassa (San Quirico, Bolzaneto, Rivarolo, Fegino). E’ in Valle Polcevera che si sono avuti i danni maggiori ed anche l’unica vittima (per ora ancora un disperso) di questa ennesima alluvione.
Dopo aver disastrato la Val Polcevera, nel primo pomeriggio le precipitazioni più intense si sono spostate nel bacino del Bisagno, raggiungendo punte di 176 mm a Struppa, 166 a Prato e 160 alla Presa di Bargagli. Il Bisagno è arrivato ai limiti di guardia ma non è esondato. Ma è stato di nuovo allagato il quartiere di San Fruttuoso, dove un fiume d’acqua è sceso dalle colline evidentemente sature dalle precedenti piogge.
Non si può però spiegare questa ennesima alluvione se non si analizzano le piogge di tutto il mese passato. Perché 360 mm di pioggia in poche ore, e fino a 150 in un’ora (Pontedecimo) sono un’enormità, ma non qualcosa di mai visto. Come quantità di pioggia caduta, questo evento si può paragonare in Val Polcevera a quello del settembre 1992, ma risulta molto distante da quello dell’ottobre 1970, quando caddero, in 24 ore, 970 mm a Bolzaneto, 950 a Valleregia di Serra Riccò ed oltre 700 a Pontedecimo.
I valori pluviometrici di questa alluvione sono anche inferiori a quelli dell’episodio di un mese fa che colpì principalmente la Val Bisagno, a quelli del novembre 2011 sempre in Val Bisagno e nelle Cinque Terre, e a quelli dell’anno ancora precedente a Genova-Sestri.
L’alluvione si spiega quindi non soltanto con la pioggia in corso di evento, ma anche con la saturazione dei terreni a causa delle piogge precedenti.
Ma quanto ha piovuto negli ultimi 40 giorni? Forniamo qualche dato ad iniziare dal 7 ottobre di stazioni della rete ARPAL, nella zona di Genova o comuni limitrofi:
Bolzaneto 1145 mm; Pontedecimo 985 mm; Mignanego 1025 mm; Monte Pennello 1170 mm; Fiorino 990 mm; Pegli 1065 mm; Geirato 1230 mm; Gavette 1065 mm; Creto 980 mm.
Più all’interno, nell’Appennino di Levante, gli accumuli arrivano a circa 1400 mm a Torriglia e a 1515 mm a Barbagelata.
Ma sono eccezionali anche gli accumuli di Genova Centro (stazione privata della rete LIMET) e di Genova-Sestri Aeroporto, rispettivamente, sempre dal 7 ottobre, di 961 mm e 967 mm. Si pensi che la stazione di Genova Aeroporto ha una media pluviometrica annuale inferiore a 1100 mm.
Ancor più eccezionali appaiono certi dati della rete comunale. La stazione di Pontedecimo, tra il 9 e il 15 novembre, quindi in appena una settimana, ha registrato 654 mm di pioggia! Ma sono parecchie le zone del ponente genovese e della Val Polcevera che in appena una settimana hanno superato i 500 mm, mentre a ottobre questi valori in pochi giorni erano stati superati nei quartieri bisagnini.
E non solo Genova ha avuto precipitazioni eccezionali. In questo mese di novembre anche il ponente ligure è stato investito da frequenti piogge e nubifragi, arrivando ad accumuli di circa 400 mm nella zona di Albenga e Savona ed anche superiori nella zona di Varazze e sul retrostante crinale.
Ci sono casi simili nel passato? Detto dell’inarrivabile (si spera) episodio del 1970, quando le stesse quantità di pioggia cadute quest’anno in molti giorni caddero in un solo giorno, ma rimase un episodio isolato preceduto e succeduto da lunghi periodi senza precipitazioni, negli annali, a partire dal 1833, c’è solo un anno in cui due mesi di fila, a Genova Centro, presentano accumuli decisamente superiori a quelli di quest’anno: il 1872!
Quell’anno tra ottobre e novembre caddero 1202 mm di pioggia, e tra novembre e dicembre 1072 (1848 mm come somma dei tre mesi). Nel 1926 caddero 968 mm tra ottobre e novembre, e nel 1992 910 mm tra settembre e ottobre. Sono questi i bimestri più piovosi a Genova centro degli ultimi 180 anni. Come si può notare quest’anno, finisse ora il bimestre, si situerebbe già al 4° posto e al 2° nell’ultimo secolo.
Anche le piogge annuali sono quasi da record, avendo superato a Genova Centro i 2000 mm (2019 mm). Negli ultimi 180 anni solo il 1872 (si spera irraggiungibile con i suoi 2765 mm) e il 1977 (2174 mm) superano quest’anno in fatto di pioggia. A Genova Aeroporto invece quest’anno è già nettamente il più piovoso di una serie che inizia nel 1963.
Sarà questa la nuova normalità della piovosità in Liguria? Dare una risposta certa è impossibile, ma analizzando le serie storiche si scopre che non è la prima volta che accade ma che i tempi di ritorno sono molto lunghi. Forse meno lunghi rispetto al passato? E’ possibile che il riscaldamento climatico renda certi episodi piovosi più frequenti ed intensi, ma è tutt’altro che certo, negli archivi del passato si trova di peggio anche in epoche meno calde di questa.
Posto che con certi accumuli di pioggia è impossibile non avere delle conseguenze, le valli del resto esistono perché sono state scavate dai fiumi, chi, come il governatore della Liguria, tira in ballo la tropicalizzazione delle piogge, forse vuole solo coprire ultra decennali pratiche e politiche di mala gestione del territorio.