METEO ESTREMO – In queste ore il nuovo ciclone giunto dal Nord Africa è entrato pienamente in azione sull’Italia Centro-Meridionale e purtroppo le conseguenze appaiono già catastrofiche, con nubifragi che stanno bersagliando diverse regioni. Sulla Sicilia nord/orientale è in corso un’alluvione lampo d’ampia portata, con paesi del messinese travolti dal fango e detriti. Ancora una volta ci troviamo dinanzi a questi eventi innescati da quelle che sono vere e proprie “bombe ad orologeria”, ovvero depressioni alimentate da contrasti fra masse d’aria diverse e dal calore ancora a disposizione in mare. Passato il ciclone, l’Italia resterà ancora esposta ad impulsi perturbati localmente violenti, in quanto verrà a trovarsi in una zona di confluenza fra correnti fresche in discesa dal Nord Europa e l’aria assai più temperata afro-mediterranea.
ANCORA PIOGGE E NUBIFRAGI – Dopo una piccola pausa, l’evoluzione meteo per la settimana entrante non promette quindi nulla di buono: correnti umide sud/occidentali, in seno ad una depressione iberica (i resti dell’ex uragano Joaquin), piloteranno nuovi impulsi perturbati in direzione dell’Italia. Stavolta sarà coinvolto anche il Nord Italia ed i versanti tirrenici. Nel contempo, verso metà della prossima settimana si andrà ad avvicinare verso le Alpi un primo nocciolo d’aria fredda proveniente dall’Europa Nord-Orientale e ciò complicherà ulteriormente il quadro meteo italico, accentuando parecchio i contrasti anche perché nel frattempo correnti più calde nord-africane verso il Sud Italia. Ciò significa che ci sono tutti gli ingredienti per avere fasi di maltempo accompagnati da fenomeni violenti, sebbene molto localizzati.
DAL MALTEMPO AI PRIMI ASSAGGI INVERNALI – L’avvicinamento di un nocciolo nordico all’Arco Alpino si realizzerà proprio a metà mese e spalancerà la porta all’ingresso di correnti fredde nord/orientali ad iniziare dal Nord Italia e dal medio-alto versante adriatico. Risulta quindi probabile un corposo calo termico, anche se non dobbiamo attenderci certo il freddo invernale che già stanno sperimentando in altre parti d’Europa e soprattutto in Russia, con l’arrivo anche delle prime nevicate stagionali. Tra l’altro non sembra potersi trattare solo di una parentesi: impulsi artici più incisivi sono attesi giungere alla fine della seconda decade mensile, favorendo la propagazione del calo termico all’intera Penisola. Avremo quindi temperature che scenderanno al di sotto della media stagionale e prime nevicate sui rilievi dell’Appennino.
CONCLUSIONI – Freddo precoce in vista e scarsa incisività dei flussi perturbati atlantici: ormai sembra questo il possibile trend della seconda metà d’ottobre, per l’anomala insistenza dell’insistenza degli anticicloni posizionati ad alte latitudini. Sarebbe peraltro la prosecuzione di quanto già avvenuto sull’Europa Centro-Orientale, dove già si sono manifestate le prime manovre invernali.